giovedì 25 Aprile 2024,

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Tutto sulla sanità regionale

scritto da Redazione
Tutto sulla sanità regionale

SALUTE, SANTORI: ALLO SPALLANZANI UN PRIMARIO OGNI DUE PAZIENTI
La nostra azione di denuncia e di proposta per rendere le strutture ospedaliere più vicine alle esigenze del cittadino va avanti senza sosta. Nel sopralluogo effettuato la scorsa settimana ci siamo resi conto che l’Irccs Lazzaro Spallanzani ha delle grandi potenzialità e delle eccellenze, ma la gestione di risorse umane e strumentali è oscura. Faremo luce su alcuni punti nodali come la chiusura del laboratorio di Biochimica Clinica e Farmacologia. Sul punto c’è da chiedersi dove andranno a finire i macchinari di altissima funzionalità, alcuni dei quali di ultima generazione, acquistati recentemente. Temo che si tratti dell’ennesimo sperpero da milioni di euro“. Lo dichiara in una nota Fabrizio Santori, consigliere regionale del Lazio.
Santori sottolinea poi, “la grave assenza, durante il sopralluogo, degli alti vertici dell’Istituto, che nonostante fossero a conoscenza della mia visita hanno ritenuto opportuno nascondersi e non dare risposte ai dubbi che ponevo su alcune tematiche. Girando nei reparti ci siamo resi conto che su 172 posti letto ne vengono utilizzati solo la metà. Ciò significa che lo Spallanzani conta un dirigente apicale o un primario ogni due pazienti. Ho inoltrato un accesso agli atti per ottenere delle risposte trasparenti e chiare su questa ed altre tematiche, tra le quali le assegnazioni dei posti letto, il numero dei primari e dei direttori di dipartimento, la pianta organica e le attuali vacanze, i capitolati d’appalto delle forniture e della strumentazione dei laboratori. Sono troppi i punti oscuri di questa gestione e troppo poche le risposte delle alte cariche dell’Istituto di fronte a questi interrogativi. Mi chiedo, di cosa hanno paura? Non possiamo tollerare una simile gestione ed un simile silenzio, in un momento in cui, oltretutto, si sta tentando una improbabile fusione tra Ifo e Spallanzani ed in cui crescono le consulenze nonostante i tempi di spending review. Porteremo all’attenzione del presidente Zingaretti tutta questa vicenda e se non saremo soddisfatti delle risposte arriveremo fino alla magistratura“, conclude Santori.


SANITÀ. AMBULATORIO PIAZZA ISTRIA, 20 MILA VISITE IN 6 ANNI
APERTO TUTTO L’ANNO CON 60 MEDICI. BALDI: “GRANDE RISULTATO A COSTI IRRISORI
Ventimila visite in sei anni, 3.500 prestazioni infermieristiche, 8.700 consulenze telefoniche e 317 pazienti inviati al Pronto soccorso per accertamenti. Sono i numeri dell’ambulatorio di cure primarie di piazza Istria, nel quartiere Trieste, gestito dalla cooperativa sociale Romamed, in sei anni di attività. E’ stato il primo ambulatorio di medicina generale ad aprire a Roma, nel 2010. Ci lavorano 60 medici di famiglia, è aperto 365 giorni l’anno dalle 8 alle 20, e tutta l’attività viene monitorata dalla Regione Lazio e dall’Asl RmA attraverso un Report dei flussi inviato regolarmente ogni due mesi.
Siamo diventati nel tempo un punto di riferimento per i cittadini, che per le questioni non di emergenza vengono qui anziché andare al Pronto soccorso – ha detto il presidente della Romamed, Fabio D’Andrea, illustrando il bilancio dell’attività – I numeri di questi sei anni ci danno una certa soddisfazione. Il nostro obiettivo è ora di aumentare la diagnostica di primo livello con paziente cronico“. Uno dei successi dell’ambulatorio è la velocità delle visite. “Chi viene qui sa che in venti minuti sarà visitato e curato – ha aggiunto Massimo Mei, uno dei fondatori- Contro le lunghe attese di un Pronto soccorso. In più c’è un evidente risparmio per l’amministrazione regionale, perché chiunque va al Pronto soccorso, tra visite e analisi, ha un costo di circa 200 euro“.


SANITÀ. FIALS: PREOCCUPATI PER ESITI APPALTO SERVIZIO EMERGENZA
Nonostante si trattasse di obiezioni che “di fatto costituivano requisiti stabiliti nel capitolato d’appalto – scrive ancora Fials Lazio nella nota- e pertanto a conoscenza dei partecipanti, ma oggetto di apposita offerta tecnica ed economica, Ares 118 ha consentito il rinvio della sottoscrizione del contratto. A ben vedere, il problema ‘vero’ tra quelli sollevati era l’assorbimento di personale della Cri che, in precedenza e sino a quel momento, aveva assicurato il servizio sul territorio di Roma e Provincia“. E questo, aggiunge ancora la Federazione, perché “come riportato già dagli organi di cronaca, vi era stata una lievitazione del personale assunto dalla Cri per la convenzione in atto (anche in previsione della nuova gara comunitaria indetta), personale che sarebbe più raddoppiato dalle inziali 166 unità“. Cosi’, secondo Fials Lazio si sono “di fatto assecondate le obiezioni mosse dall’aggiudicataria, ritardando la stipula del contratto -dice- perché altrimenti la soluzione sarebbe stata quella di far subentrare Hearth Life, la quale avrebbe potuto assorbire solo una parte dei dipendenti. In sostanza, nelle more dei rinvii, si e’ consentito alla Cri di continuare ad espletare il servizio nel territorio di fatto oggetto del Lotto 1 aggiudicato con la gara comunitaria (Roma e provincia ma anche Viterbo e Rieti ove la presenza è tuttavia esigua), nel mentre sul territorio del Lotto 2 si è proceduto alla proroga dell’appalto della precedente gara del 2013, che era stata vinta dalle medesime società oggi aggiudicatarie e, seppur ‘scaduta’ più volte prorogata“.


Desta stupore e preoccupazione la notizia che, a fronte di divieti di assunzioni nel settore pubblico, si riesce a far ‘transitare’ oltre 300 persone assunte per chiamata diretta e, dunque, senza aver partecipato ad alcun concorso e/o procedura, in una solida società operante nel soccorso sanitario del settore pubblico, imponendo anche un inquadramento giuridico economico a tempo indeterminato secondo il Ccnl del comparto sanità. L’Ares 118, la Regione Lazio e la Cri vi sarebbero riuscite addirittura all’esito di un appalto con gara comunitaria“. Così in una nota la Federazione italiana autonomie locali e sanità – sezione Lazio.
Nel maggio 2015 – spiega la Fials- viene aggiudicata una gara comunitaria predisposta da Ares 118 per 65 milioni di euro per il servizio di soccorso sanitario in emergenza in area extra ospedaliera per un triennio, distinto in due lotti (Lotto 1, Roma e Provincia, Viterbo e Provincia, Rieti e Provincia, e Lotto 2 r Latina e Provincia, Frosinone e Provincia). La gara viene aggiudicata dalla direzione centrale acquisti della Regione Lazio nel maggio 2015 a favore del R.T.I. Heart life croce amica srl (mandataria capogruppo), Croce amica bianca srl, San Paolo della Croce Cooperativa Sociale e Formia soccorso srl“. La stipula del contratto di appalto, però, viene “ritardata da Ares 118 -prosegue- perché la società capogruppo solleva impedimenti, ovvero che non risulta chiaro quale debba essere il numero dei componenti dell’equipaggio delle ambulanze, oltre a difficoltà logistiche nel reperimento di postazioni ove collocare gli automezzi e, soprattutto, difficoltà nel riassorbimento del personale con riferimento, in particolare, al Lotto 1 ove operava Croce Rossa Italiana“.
L’obiettivo, prosegue ancora Fials Lazio, era quello “di prendere tempo, perché da un lato sopraggiungeva il Giubileo e, dall’altro, si attendeva l’esito del ricorso formulato al Tar Lazio dalla Cri, la quale aveva chiesto l’annullamento della gara comunitaria, in quanto copriva un territorio (quello di Roma e provincia, per intenderci) che sarebbe stato già oggetto della convezione in atto con la medesima Cri e, poi, chiedeva al Tar di accertare la effettiva validità della stessa convenzione in atto con Regione/Ares 118, in ragione della novella legislativa, che dal 01.01.2014 ha trasformato la Cri da ente pubblico ad ente pubblico non economico con base associativa privata, per cui sorgeva il problema dell’efficacia della convenzione stessa“.
Sta di fatto, prosegue la Federazione, che secondo “il Tar, con sentenza del 15 ottobre 2015 N. 11732, dichiara inammissibile il ricorso della Cri e, a questo punto, la Cri sarebbe rimasta ‘scoperta’ da tutela giuridica sul prosieguo della convenzione potendo l’ARES 118 farne valere l’inefficacia. Ma si ricerca -prosegue la nota- una soluzione diversa. Dopo la sentenza del 15 ottobre, infatti, il presidente Zingaretti, nella qualità di commissario ad acta, con Dca n. 518 del 03.11.2015, fa una oggettiva forzatura perché, esercitando poteri che apparterrebbero piuttosto al consiglio regionale, stabilisce di costituire un gruppo di lavoro per rivedere la composizione degli equipaggi degli automezzi di soccorso“.
Collocato tale ulteriore “‘tassello di garanzia‘ – racconta quindi Fials Lazio- viene sottoscritto, con provvedimento del 17 novembre, il contratto d’appalto con Hearth Life con decorrenza 01 dicembre 2015. Dopo qualche giorno, viene assicurata la sopravvivenza della Cri perché si stipula una nuova convenzione ‘aperta’, valida, cioè, su tutto il territorio regionale, senza limite di chiamate e tipologia di interventi sino al 30.11.2016, richiamando capziosamente un limite presuntivo di spesa di 2,5milioni di euro. Sta di fatto che, così, ad oggi Hearth Life si sarebbe attivata per l’appalto sul territorio di Viterbo e non su quello di Roma sul quale continuerebbe ad operare la Cri“.
Quando Hearth Life assorbirà tutto il personale della Cri, sempre secondo la Federazione, quest’ultima “potrà di nuovo avvalersi di altro (e nuovo) personale per far fronte alla nuova convenzione. Poiché la cronologia e le modalita’ di adozione dei provvedimenti adottatati nella gestione dell’appalto fanno sorgere forti perplessità, si è segnalatala la problematica alle autorità giudiziarie competenti (Anac, Procura della Repubblica e Procura Corte dei Conti)- conclude la nota- per accertare se sono rinvenibili possibili concorrenti profili di responsabilita’“.


VITERBO, ASL: DA IERI ELISUPERFICIE A BELCOLLE OPERATIVA ANCHE IN ORE NOTTURNE
L’elisuperficie dell’ospedale di Belcolle da ieri pomeriggio è operativa anche nelle ore notturne. Il servizio è stato attivato a seguito dell’autorizzazione concessa dall’Enac e in esito al sopralluogo effettuato dallo stesso Ente nazionale per l’aviazione civile lo scorso 15 dicembre, nel corso del quale è stata accertata la presenza di tutte le caratteristiche richieste affinché l’elisuperficie dell’ospedale viterbese potesse avere una operatività h 24“. Così in una nota la Asl di Viterbo.
Questo importante risultato, che abbiamo raggiunto con la partecipazione della Direzione generale e di tutti i servizi aziendali coinvolti – commenta il direttore del dipartimento di Emergenza, accettazione e percorso nascita della Asl di Viterbo, Alberico Paoletti giunge al termine di una serie di interventi che sono stati effettuati a tal proposito sull’elisuperficie di Belcolle. L’utilizzo notturno della struttura consente di accorciare sensibilmente la distanza che intercorre tra i nostri ospedali, riducendo i tempi di intervento, elemento fondamentale per la prognosi del paziente, e inserendosi a pieno titolo nel disegno complessivo di riorganizzazione della rete dell’emergenza aziendale”. “Con l’ampliamento del servizio a Belcolle – si legge nel comunicato – infatti, si chiude una sorta di cerchio all’interno del quale gli ospedali dotati di pronto soccorso della provincia (Tarquinia, Civita Castellana, Acquapendente e Viterbo) sono dotati di elisuperfici operative in tutte le 24 ore“.
Da ieri – conclude Paoletti – il Complesso ospedaliero di Belcolle può svolgere, in maniera ancora più compiuta, la sua funzione di hub nei confronti delle altre strutture ospedaliere e ricevere nelle ore notturne i pazienti critici per le reti tempo dipendenti: l’ictus, il trauma e l’infarto. Questo passo in avanti è una garanzia di salute, soprattutto per quei cittadini che vivono nel comprensorio che fa riferimento all’ospedale di zona disagiata di Acquapendente. L’attivazione al volo notturno su Belcolle, inoltre, ci consente di rendere operativo in tutti le sue parti il protocollo siglato con il Policlinico Gemelli, che è il nostro Dea di secondo livello per i casi più gravi“.


SANITÀ, LORENZIN: INFERMIERI PILASTRO SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE
Il Direttore Generale dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas), Francesco Bevere e il Presidente della Federazione nazionale dei collegi Ipasvi, Barbara Mangiacavalli, hanno sottoscritto un Protocollo d’intesa per l’attuazione di una collaborazione diretta alla realizzazione di progetti nel settore della formazione infermieristica. Lo rende noto Agenas nella newsletter.
Per poter gestire e guidare al meglio la trasformazione dei servizi ospedalieri e la riorganizzazione della medicina del territorio e dei servizi residenziali e domiciliari, in ottemperanza a quanto previsto dal Patto per la Salute e dal Regolamento sugli standard ospedalieri, appare sempre più necessario investire anche sulla formazione del personale infermieristico, considerato il ruolo chiave che è chiamato a svolgere nell’agevolazione del processo di rafforzamento della continuità ospedale-territorio“, dichiara Francesco Bevere, Direttore Generale dell’AGENAS.
A tale proposito, Agenas e Ipasvi hanno avviato una collaborazione per sviluppare un percorso formativo, fortemente voluto dal Ministro Lorenzin, capace di soddisfare i nuovi e crescenti bisogni di formazione della professione in risposta all’evoluzione scientifica, tecnologica e all’innovazione organizzativa ed assistenziale, nonché a valorizzare le competenze relazionali, quali accoglienza della persona, relazione d’aiuto, capacità di ascolto, presupposti necessari per realizzare una vera assistenza sanitaria personalizzata e orientata ai bisogni di salute dei cittadini.” – Prosegue il Direttore Bevere – “Si tratta di un’iniziativa preziosa diretta a motivare e valorizzare in chiave strategica il ruolo di quelle figure professionali senza le quali nessuna trasformazione potrebbe essere realizzata pienamente per poter coniugare sicurezza e specialità delle cure, ma anche conforto, accoglienza umana e sostegno“. “Gli infermieri – ha sottolineato il Ministro della Salute Beatrice Lorenzinsono un pilastro del nostro Servizio sanitario nazionale. Sono loro che ogni giorno assistono con professionalità e umanità le persone malate negli ospedali, ma anche al loro domicilio. Sono molto grata a tutti gli operatori sanitari che in questi anni non facili hanno continuato a lavorare con abnegazione, perché è anche grazie a loro che il sistema sanità ha tenuto fino ad oggi. Per questo un percorso formativo che li qualifichi ancora di più e li prepari alle grandi sfide dell’innovazione e delle nuove tecnologie, con i nuovi modelli organizzativi che spostano l’assistenza dall’ospedale al territorio per dare risposte ai nuovi bisogni di assistenza, non può che ricevere il mio plauso“.


Regioni: riorganizzazione Commissione Salute, risparmio 1mln
La nuova organizzazione, articolata in 8 aree – rispetto alla preesistente strutturazione basata su 47 Gruppi interregionali – consentirà di risparmiare le risorse necessarie per le spese di viaggio e soggiorno e di recuperare ore di lavoro. Le otto aree sono modellate sui tre livelli di assistenza (Distrettuale, Ospedaliera e Sanità Pubblica) e ciascuna è affidata a un coordinatore che si raccorderà nell’attività con gli esperti designati da ogni Regione. In accordo con il coordinatore della Commissione salute, i coordinatori di area sviluppano e approfondiscono i temi da sottoporre agli assessori. L’obiettivo e’ far si che nei lavori per area sia sviluppata ancora di più la funzione tecnica per consentire quindi agli incontri della Commissione di concentrare l’attenzione nell’individuazione delle priorità, nella discussione politica e nella definizione degli indirizzi a supporto della Conferenza delle Regioni. La modalità di lavoro dei Gruppi privilegerà l’utilizzo della tecnologia per evitare onerosi spostamenti. L’organizzazione proposta, oltre ad essere coerente con l’articolazione dei Livelli Essenziali di Assistenza – spiega una nota – risponde anche alla necessità di semplificare e omogeneizzare i processi necessari per definire documenti e indicazioni utili agli incontri degli assessori.

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