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Terracina. Vicenda ospitata di Sofri: il sindaco non ritira il patrocinio

scritto da Redazione
Terracina. Vicenda ospitata di Sofri: il sindaco non ritira il patrocinio

Suscita polemiche infinite la presenza, annunciata per il 2 settembre prossimo, di Adriano Sofri al Terracina Book Festival. Torna all’attacco la Lega, questa volta col consigliere regionale Angelo Tripodi, che ricalca quanto già chiesto dall’onorevole Francesco Zicchieri, e ancora prima da Alessandro Colazingari: negare il patrocinio all’evento. «Condanniamo la presenza di Adriano Sofri al Terracina Book Festival. E certamente l’amministrazione comunale ha commesso un autentico autogol, per essere buonisti, concedendo il patrocinio agli organizzatori – attacca Tripodi – Poteva almeno consultare il programma dell’evento prima di dare il via libera! Il cv di Sofri e’ abbastanza noto, a partire dalla condanna per essere ritenuto il mandante, assieme a Giorgio Pietrostefani, dell’omicidio del commissario di polizia Luigi Calabresi, avvenuto nel 1972. Persino un consigliere di FdI, partito del sindaco Nicola Procaccini, contesto’ la sua presenza a Ferrara nel 2015. Pertanto, chiediamo un passo indietro! Non e’ accettabile!».
Ma Procaccini,diventato papà di Alice,da pochi giorni,con una bella lettera aperta, indirizzata a Massimo Lerose, si mostra di tutt’altro avviso. «Caro Massimo, sento il dovere di scriverti a proposito della polemica, di cui ho letto sui giornali, scaturita dalla partecipazione di Adriano Sofri al prossimo Terracina Book Festival – esordisce il sindaco – Ti confesso che in queste ore sento ancor di più la necessità di esprimere il mio personale pensiero. Lo devo a te che da anni coltivi con amore e professionalità questo prezioso giardino di cultura nella nostra città, ma lo devo soprattutto ad Alice, mia figlia, che tra qualche ora vedrà Terracina per la prima volta; il luogo in cui mi auguro possa crescere felice nel corpo e nella mente. Ancor di più, se possibile, mi impegnerò per sistemare le strade, i pali della luce, le fogne, per curare i parchi pubblici, per mettere in sicurezza le scuole, per realizzare impianti sportivi e per fare tutte quelle cose “fisiche” che servono ad una città ben funzionante. Eppure so già che non basterà. Per rendere Alice felice, per renderla una persona migliore e per rendere migliore l’intera Terracina, ci sarà bisogno anche e soprattutto di cultura. Di libri. “Di questo lungo viaggio immobile che chiamiamo leggere”, direbbe Guy Goffett. Se ci pensi, due sono le cose che ci arricchiscono per davvero e ci rendono liberi: i viaggi e i libri. Che poi sono la stessa cosa».
La lettera continua: «Per questo mi fa un po’ paura questa polemica sulla partecipazione di Sofri al TBF. Pensa che proprio pochi giorni fa pensavo con un pizzico di invidia a quella bella rassegna culturale che si è svolta a Latina a cui hanno partecipato lo stesso Sofri, Giuliano Ferrara, Antonio Tajani, Mons. Paglia e pensavo: chissà se il nostro TBF sarà all’altezza. Personalmente condivido poco o nulla delle idee o del passato politico di Adriano Sofri, ma proprio per questo non vedo l’ora di ascoltarlo a Terracina, tra l’altro, mentre presenta un libro su uno scrittore che amo come Franz Kafka. Mi era capitato lo stesso nell’edizione dello scorso anno con il papà di Eluana Englaro o con Giuliana Sgrena nell’edizione ancora precedente. Non si leggono o non si ascoltano solo le persone o gli autori di cui si condividono le idee. Anzi, è esattamente il contrario. Un intellettuale “di destra” come Emil Cioran scriveva: “Un libro deve frugare nelle ferite, anzi deve provocarle. Un libro deve essere un pericolo”. Così si cresce, si migliora: frugando dentro lo scrigno delle proprie convinzioni. E proprio grazie al Terracina Book Festival, ho avuto modo di arricchire lo scrigno delle mie convinzioni politiche. Ho potuto ascoltare lo storico Emilio Gentile disarticolare la demonizzazione del regime fascista, che ancora informa di sè alcune leggi dello Stato italiano. Ho ricordato la figura dell’eroe irredentista Nazario Sauro, grazie al libro di suo nipote Romano. Ho appreso con dovizia di particolari dal giornalista Tony Capuozzo la storia (davvero “kafkiana”…) dei due marò italiani ingiustamente imprigionati in India, poiché accusati di un omicidio mai commesso.
Insomma, caro Massimo, sostengo la tua piccola grande creazione e ti chiedo di continuare a riempirla di libri e idee sempre diverse, nel rispetto di quel pluralismo culturale che è stato fino ad oggi il tratto più interessante del Terracina Book Festival. Io non farò il sindaco di Terracina per sempre, e mi auguro che chi verrà dopo di me non pretenderà di far parlare solo chi ritiene eticamente puro o in linea con le proprie idee. Comunque, fino a che sarò io a rappresentare la nostra comunità, considerami al tuo fianco e del Terracina Book Festival». C’è, infine un Post Scriptum per l’ideatore del Tbf: «Visto che siamo “neo colleghi”, perché non introduci nel TBF anche una sezione dedicata ai libri con le figure?

Mauro Maulucci

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