giovedì 25 Aprile 2024,

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Terracina. Sanità pubblica della Provincia di Latina. Cetrone: ci si prepari alla “rivolta” democratica verso i governati regionali

scritto da Redazione
Terracina. Sanità pubblica della Provincia di Latina. Cetrone: ci si prepari alla “rivolta” democratica verso i governati regionali

L’imperativo per chi ha fatto e continua, anche senza responsabilità politica diretta nell’amministrare la cosa pubblica, rimane quello di tutelare in tutto e per tutto il cittadino.
Non mi piace ricorre alla formula “io lo avevo detto”, ma in tempi non sospetti avevo avvertito i sindaci di Terracina e Fondi che alla guida dell’Asl Latina era giunto un manager “parolaio” e che le uniche risposte le avrebbe date al suo mentore: Nicola Zingaretti, presidente della Regione Lazio e grande liquidatore della sanità regionale.
Caporossi in questi mesi di gestione della sanità pubblica pontina non ha messo mano a nessuna delle grandi questioni che si trascinano sul tappeto da anni anzi, ha prodotto “carte” sottoforma di un piano senza né capo né coda, disconoscendo la vocazione dei territori pontini e delle esigenze dei cittadini che chiedono per i servizi sanitari il giusto, per non passare a miglior vita o percorrere chilometri nei famosi viaggi della speranza.
Ma, evidentemente, al popolo pontino sono riservate da questi amministratori pubblici (e non solo da questi oggi al comando, in verità) esclusivamente le briciole di una programmazione sanitaria che dovrebbe essere uniforme su tutto il territorio regionale e nazionale.
Ma tant’è, questo è quello che ci meritiamo se, come affermavo in apertura, le iniziative di protesta mai poste in campo tardano ad arrivare.
Intendo iniziative “dure” di contestazione del cittadino e delle parti politiche di destra o sinistra che siano, verso tutti quelli che se ne stanno fregando di trovare una soluzione condivisa e tecnicamente utile.
E’ dunque nei fatti che in questi mesi non sono bastate le decine d’inviti ufficiali e lamentele e mezzo stampa da parte dei sindaci di Terracina e Fondi. Non sono bastate le proteste più o meno colorite di associazioni benemerite che difendono le sorti dei due nosocomi pubblici e della sanità pontina in generale.
Non sono stati ascoltanti neanche i sindacati di categoria, i quali dopo aver letto le pagine del libro dei sogni emanato da Zingaretti e ideato anche dal manager Caporossi, evidenziavano che tutto quello che vi era scritto non sarebbe potuto essere tramutato in realtà operativa: per la mancanza cronica di personale a tutti i livelli di responsabilità, per la mancanza delle strutture ospedaliere che si vorrebbe Dea di II Livello.
E allora, mesi fa, proponevo ai sindaci, ai sindacalisti, ai cittadini che hanno a cuore le sorti della sanità pontina, una mobilitazione sotto le finestre del potere regionale e provinciale.
Ma all’appello non c’è stata risposta alcuna, i sindaci hanno continuano a scrivere inascoltate lettere di sollecitazione, i sindacalisti a sbraitare alla luna senza muovere un dito, i cittadini a non ricevere i servizi per i quali pagano le tasse, i manager e il presidente liquidatore della sanità pubblica, invece, a fare il bello e cattivo tempo.
Meglio, a non fare nulla di produttivo per la sanità pontina. Anzi in questi mesi i problemi si sono aggravati e la stampa provinciale riempie pagine intere di disservizi e malasanità.
Vorrei rilevare anche che i sindaci e i sindacalisti, anche negli ultimi giorni imprecano, affermando pubblicamente che si vuole deliberatamente affossare l’ospedale San Giovanni di Dio di Fondi, come se quello di Terracina fosse immune da tale rischio.
Mentre non si continua a comprendere che soltanto una mobilitazione forte della gente potrà far rinsavire Zingaretti e Caporossi e le loro truppe scelte al governo della Regione Lazio dal proposito che da qualche tempo si è compreso: ridurre ai minimi termini la qualità dell’offerta sanitaria della Provincia di Latina, stornando sulle Asl romane parte del budget e dei risparmi che negli anni altri amministratori hanno saputo mettere da parte.
E allora: che dire per l’ennesima volta?
Io suggerisco una novella marcia su Roma per far sentire forte e chiaro lo sdegno dell’iniquo trattamento che è riservato ai 560 mila abitanti della provincia di Latina.
Per l’ennesima volta confermo il mio sostengo per una partecipazione attiva alla “rivolta” democratica finalizzata all’ottenimento di una buona sanità pubblica in provincia di Latina.

Gina Cetrone

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