giovedì 28 Marzo 2024,

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Terracina. Legambiente presenta il report finale dell’operazione “Rifiuti galleggianti”

scritto da Redazione
Terracina. Legambiente presenta il report finale dell’operazione “Rifiuti galleggianti”

Il Circolo Legambiente Terracina “Pisco Montano” porta avanti ormai da anni molteplici progetti scolastici e scientifici, regionali, nazionali e internazionali che hanno costituito nel tempo un vero e proprio programma di monitoraggio per la tutela dell’ambiente marino costiero, soffermandosi in particolar modo sul problema del marine litter. I dati, raccolti all’interno del programma, e già presentati alla stampa nelle diverse edizioni, hanno riguardato la campagna di raccolta e catalogazione dei rifiuti spiaggiati BEACH LITTER, la campagna Goletta Verde per il monitoraggio delle acque di balneazione, il progetto nazionale e regionale denominato Fishing for Litter Terracina, il Progetto COREPLA “se butti male finisce in mare” e il progetto “zero plastiche in mare” di BNL e Legambiente Nazionale.

Il progetto Cambiavento, ideato da tre giovani terracinesi Simone Cervelloni, Lapo Salvatelli e Benjamin Wender, istruttori di vela dell’Associazione Sportiva “Oxyene Sail”, membri della Tri-Este crew, soci del Gruppo Marinai d’Italia di Terracina e soci del Circolo Legambiente Terracina “Pisco Montano” ha avuto l’obiettivo durante la scorsa estate di circumnavigare l’Italia in barca a vela in 60 giorni circa, toccando 40 porti e percorrendo un totale di 1580 miglia nautiche da Genova a Trieste, divulgando e testimoniando con un sapiente utilizzo dei social l’importanza della cultura nautica e del rispetto dell’ambiente marino, con lezioni e video divulgativi sulla barca a vela e dati sui rifiuti flottanti grazie alla collaborazione con Legambiente.

Il Circolo, grazie all’adesione al progetto Cambiavento supportato da una campagna di crowdfunding con 39 sostenitori https://www.eppela.com/projects/6315 e dalla Farmacia Comunale di Terracina, ha dato l’avvio nella seconda metà del 2021 ad un importante progetto di collaborazione con l’Associazione Sportiva Oxygen Sail, per l’applicazione dei metodi della citizen science e monitoraggio dei dati di #marinelitter, coordinato dalla ecologa Annalaura Rossi, consigliere del Direttivo del Circolo Legambiente di Terracina e referente per l’Educazione Ambientale e per i progetti di Citizen Science, che ha portato alla applicazione del protocollo MedseaLitter approvato a livello europeo e già validato a livello nazionale dall’ISPRA per la raccolta dati sui rifiuti galleggianti (floating litter). Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto scientifico del Circolo locale e di Legambiente Nazionale e al supporto dell’Accademia del Leviatano, partner, insieme ad ISPRA, a livello nazionale ed europeo, per lo sviluppo di protocolli specifici per la protezione della biodiversità dai rifiuti plastici.

All’interno del progetto sono stati predisposti incontri introduttivi e di formazione e preparazione all’attività scientifica, tra cui anche 2 incontri pratici, tutti coordinati dalla Dott.ssa Annalaura Rossi con la presenza di operatori dell’Accademia del Leviatano di Civitavecchia, con la partecipazione della Tri-esteCrew al completo: Benjamin Werder, Lapo Salvatelli, Simone Cervelloni, i quali sono stati formati come operatori nel contesto del progetto di #citizenscience.

I primi incontri in merito all’attività di monitoraggio sono stati focalizzati sul metodo e sul protocollo Medsealitter derivante da un progetto europeo, finanziato dal Programma di Cooperazione Transnazionale Interreg Mediterranean, con particolare attenzione al Floating Litter considerando che le metodiche di campionamento, per le condizioni e le caratteristiche del viaggio, si riferiscono a visual census su medio-piccole imbarcazioni (max 2m di altezza e 6kn di velocità) lungo un transetto di osservazione lineare largo 5m. Sempre secondo il protocollo l’osservazione è stata condotta solo in condizioni meteo marine ottime o buone, con luce solare e una velocità massima di 6kn, ad occhio nudo, considerando un solo lato dell’imbarcazione, e registrando su scheda cartacea tutti i rifiuti galleggianti >25mm, in base alle categorie dei rifiuti Ospar, rimodulate secondo Defishgears (FIG.1).

FIG.1 Metodo di osservazione e raccolta

Gli altri incontri si sono focalizzati sulla definizione dello sforzo necessario per la raccolta dati, con incontri di carattere sempre più tecnico (determinazione e conoscenza degli errori e oggetti da campionare e le modalità di restituzione dei dati) e questo al fine di coprire almeno 0,14 km2 al giorno con transetti paralleli alla costa e non oltre le 6Mn (per quanto le condizioni lo permettano visto che non avendo un motore portante il fattore limitante principale per gli operatori è stato il vento, sia per intensità che per direzione) ad una velocità di circa 5 kn, e considerando che gli operatori potevano dedicare circa 3 ore al giorno all’attività.

Lungo tutti i transetti è stata riscontrata la presenza di floating litter, le cui categorie sono strettamente collegate a possibili input locali e dinamiche a piccola scala. L’area monitorata, che va dal confine tra Liguria e Toscana fino a nord della Puglia, è stata suddivisa in settori secondo i GSA (confini nati da compromessi politici, economici e geografici); GSA9 (Nord del Tirreno), GSA10 (Tirreno Centrale) e GSA18 (Adriatico Meridionale). Per ogni settore sono stati considerati 4 campionamenti (ciascuno in 0,14km2 ca.) per un totale di 830 oggetti incontrati in 1,7 km2.

Le tipologie più presenti sono risultate essere pezzi di plastica, teli di plastica, buste di plastica, polistirolo, bottiglie di plastica, reti e lenze .

Nei GSA9 e GSA10 sono presenti densità maggiori, probabilmente per gli input fluviali provenienti da terra. Nel Tirreno infatti, sono diversi i fiumi, anche di notevole apporto, che attraversano diversi centri urbani arrivando al mare e trasportando numerosi detriti (es. Arno, Tevere, Garigliano, Sarno, e altri)

La top5 delle categorie più frequenti in entrambi i settori del Tirreno sono: pezzi di plastica, buste di plastica, altro, polistirolo e packaging. Tutte categorie di oggetti che possono arrivare al mare a causa dell’inefficace informazione ai consumatori, inefficace gestione della nettezza urbana e di discariche aperte, o per attività sconsiderate con diretto rilascio dei rifiuti in ambiente marino.

Le categorie, se pure principalmente le stesse, si discostano leggermente nel GSA18 mostrando un leggero aumento di rifiuti legati alle attività ittiche tra cui acquacoltura, pesca, ma anche la manutenzione delle attrezzature; come teli di plastica e reti per mitili.

Sono particolarmente grata a Oxygen Sail, alla Accademia del Leviatano, all’Ufficio Scientifico di Legambiente nazionale, al Dipartimento Scientifico del Circolo Legambiente Terracina “Pisco Montano” e alla Associazione Marinai d’Italia sezione di Terracina, per avermi supportato nelle diverse fasi di impostazione del progetto di monitoraggio. Ma ancora di più sono grata alla Tri-este Crew di Cambiavento, Benjamin Werder, Lapo Salvatelli, Simone Cervelloni per aver aderito con entusiasmo a questo progetto che presentava comunque un certo impegno e una certa complessità. Grazie alla loro disponibilità è stata monitorata un’area di 1,7 km², in prossimità della costa (tra 1 e 6Mn nel Tirreno e a circa 3Mn nell’Adriatico) e durante 12 giornate di campionamento sono stati registrati 830 oggetti di materiali artificiali con una media di 488 ogg/km², superiore alle medie ritrovate in letteratura ma con trend simili sia per le differenze tra i settori che per le tipologie rispetto ai report di Legambiente nazionale. Oltre a contribuire al quadro conoscitivo sullo stato dei rifiuti galleggianti intorno la Penisola, il progetto prova la ripetibilità, semplicità e adattabilità del protocollo utilizzato. Dal confronto con gli operatori è stato possibile definire i punti più critici del monitoraggio, così da poter ottimizzare e concentrare gli sforzi in un’area più ristretta, includendo anche l’Area Marina Protetta (AMP) di Ventotene e Santo Stefano confrontandola con il Golfo di Terracina. Ci stiamo impegnando ad avviare uno studio pilota simile con il protocollo per l’ingestione delle microplastiche in specie ittiche all’interno del nostro Progetto in corso di definizione “Sentinelle del Mare”e con I.T.S. Bianchinidichiara Annalaura Rossi, ecologa, consigliere del Direttivo con delega alla Educazione Ambientale e ai progetti scientifici di Citizen Science.

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