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Terracina: la storia, il mito … Tempio, Basilica, Cattedrale, Duomo (2° parte di 3)

scritto da Redazione
Terracina: la storia, il mito …  Tempio, Basilica, Cattedrale, Duomo  (2° parte di 3)

Essa, abitazione della divinità, corpo dalle pareti chiuse, definita come tale dal termine adito (l’inaccessibile), protetta dal sacro recinto delle colonne che lo circondano, è inviolabile.

Il Tempio greco, suprema sintesi della cultura e del mito, del mondo degli dei, degli eroi e degli uomini, fu la risposta monumentale che la polis, l’aristocrazia eletta, gli esseri eccellenti, dettero agli ideali religiosi del loro tempo e insieme una fondamentale creazione dello spirito umano.

Esso fu il risultato di un immane spiegamento di uomini e mezzi, di tecnica mirabile e alta aspirazione, di splendenti marmi colorati e spazi abitati da un popolo sublime di statue, di smisurate intelligenze matematiche e moltitudini di schiavi, di grandi capi militari e potenti sacerdoti, di oracoli, di retori e sofisti ammaliatori, di profondissimi filosofi, di geniali architetti e sbalorditivi maestri scultori e pittori, di strabilianti poeti e drammaturghi, d’inarrivabile e indicibile bellezza!

E inoltre di sangue e sudore, di furori e incantamenti di gioia ed estasi che scatenavano le immense celebrazioni voti quadriennali: le grandi Panatenee, dove sfilavano i gruppi di Apobàtai, i cavalieri saltatori, i Theoròi, gli ambasciatori festivi, gli Auletài, i suonatori di flauto, gli Hydriophòroi, i portatori di acqua, le Skaphephòroi, le portatrici di scodelle per i sacrifici e ancora gli Hallophòroi, i portatori di rami di ulivo, le Ergastìnoi, le tessitrici del peplo di Athena, i conduttori di tori, i simulacri eroici delle tribù, fino al solenne coro finale.

Qui, di fronte ai colori struggenti del Mediterraneo, nel pieno dell’ora meridiana, s’innalzava nel ritmo incalzante della festa, un eucaristico e terribile grido alla vita e al suo mistero.

Il Tempio greco fu uno sforzo prodigioso sostenuto da generazioni d’individui per dare corpo all’idea più grande e più bella che l’uomo aveva pensato fino a quel momento: l’idea di Dio!

Un impegno stupefacente che mirava soprattutto all’affermazione nelle strutture, negli spazi, nei luoghi, di una dimensione alta della sapienza, dell’ordine acquisito del pensiero (kosmos) e del senso sacrale. Esso fu il tentativo assoluto di sostenere l’idea di un mondo inaudita, attraverso il sapere innegabile, attraverso la verità (Aletheia), e contro lo spaventoso divenire delle cose, contro il tempo che inghiotte e annulla la vita.

I prescelti di Apollo l’obliquo, “colui che dà la sapienza”, chiamarono dunque il pensiero  e l’arte a concretare lo spirito tempo, l’idea solenne di un dio che si opponesse all’enorme tragedia della morte.

Da questo istinto di vita sublimato, da questo desiderio dell’essere imperituro, come Athena dalla testa di Zeus, nacque, immutabile ed eterno, il Tempio: ”l’inaccessibile”.

 

L.

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