sabato 05 Ottobre 2024,

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Terracina. Fine impietosa dell’ultima maestosa sentinella di Viale Europa

scritto da Redazione
Terracina. Fine impietosa dell’ultima maestosa sentinella di Viale Europa

Fine anni ’50 ed inizi anni ’60, il piccolo albero era il guardiano di una villetta circondata dai vigneti di “Panse precoce” (era il vitigno tipico delle zone sabbiose terracinesi) che ancora si estendevano dal lungo mare fino all’altezza di Via Giansanti, Piazza Buozzi e Via Bottasso.

Poi arrivò il bum dei “palazzinari” e la bellezza originaria di Terracina fu distrutta. Ci fu una edificazione selvaggia e scriteriata.

Nascevano prima le case e…poi se c’era spazio si facevano anche le strade, fognature etc.. Prezzo che dovette pagare anche questo maestoso pino.

Negli anni ’70, il Comune, dovendo costruire la prevista parallela a Viale Circe e constatando le irregolarità delle costruzioni edificate che interferivano con la costruzione di Viale Europa, si è trovato davanti ad una scelta: privilegiare gli interessi dei palazzinari? (chi ricorda il film “Le mani sulla città ” di Francesco Rosi?) oppure ordinare la demolizione delle innumerevoli varianti ed ampliamenti abusivi che interferivano con le opere di urbanizzazione primaria, come la costruenda “parallela” di Viale Circe?

Ovviamente fu scelta la strada più semplice: creare una strada serpentiforme espropriando chi aveva rispettato le norme urbanistiche, pur di non dichiarare guerra ai potentati economici della città.

Fu una lotta per salvare il giardino su cui era stato messo a dimora questo stupendo pino. Il giardino non si salvò ma i vecchi proprietari si batterono per salvare l’albero. Alla fine si concordo’ che sarebbe stato ceduto parte del giardino a condizione che l’albero fosse salvato. Così è stato.

Il Comune per oltre 60 anni ha provveduto a salvaguardare ed a proteggere questo gigante, anche contro una insolita insofferenza di alcuni. Poi, all’improvviso, nel giro di un mese o poco più questo, ormai, simbolo di Viale Europa ha cominciato a seccare.

Luigi Di Mauro

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