giovedì 25 Aprile 2024,

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Terracina… Dei senza palle … nella città meravigliosa: ovvero “La città meravigliosa . . . dei senza palle”

scritto da Redazione
Terracina…  Dei senza palle … nella città meravigliosa: ovvero “La città meravigliosa . . . dei senza palle”
Prima di entrare nel tema che voglio trattare è necessario, direi essenziale, spiegare l’origine, il vero significato dell’espressione “avere le palle” e, di conseguenza, del termine “spallato”, aggettivo che deriva, come participio passato, dal verbo spallare (Di nessun conto, di poco o di nessun valore e, per dirla con Pirandello, “Senza base, senza fondamenta: tutto quel groviglio di imprese spallate).
Dicevo che è “necessario, direi essenziale, spiegare l’origine, il vero significato dell’espressione “avere le palle”; e il tutto è riferibile, a Terracina, sia agli Amministratori che agli Amministrati.
Dovete sapere che in Italia, tra il XV ed il XVIII secolo è esistita un’antica famiglia fiorentina, di centrale importanza nella storia, la casata dei Medici e lo stemma della casata/famiglia, come si può osservare nella foto, è composto, in modo molto semplice, da una serie di palle in rilievo.
Ora, all’epoca, vi erano altre casate/famiglie che orbitavano intorno alla famiglia principale e apparentate con i Medici e quindi facevano uso e facevano riferimento allo stemma principale mediceo.
Ma la regola base era quella dell’utilizzo delle palle, il cui numero e grandezza dipendevano da una specie di classifica in base all’importanza della casata fornendo, ad un colpo d’occhio, l’indicazione di quanto fosse potente.
La potenza in questione era una potenza di tipo politico e di tipo economico, intesa anche come forza militare; una famiglia potente aveva dunque molte palle, e molto grosse.
Da qui il famoso detto “avere le palle”, che si ispira allo stemma mediceo.
“Avere le palle” non significa solamente avere coraggio e tenacia, anche: ma significa essere influente e potente, economicamente e militarmente.
E le donne?
Dire che una donna “ha le palle” è corretto se intendiamo affermare che sia coraggiosa, tenace o in grado di raggiungere risultati.
Attenzione: dire che una donna “ha le palle” non è una attribuzione sessista, perché “le palle” a cui ci riferiamo non sono le gonadi maschili, ma le palle dello stemma mediceo con tutti i suoi significati, le quali, possibilmente, dovevano essere spesso anche più di due; i Medici, di cui parliamo ne avevano in numero di 4.
E così, ancora oggi, “Avere le palle” vuol dire avere influenza, possedere una organizzazione, un apparato in grado di dimostrare il proprio valore, di vincere sugli altri, l’emblema del “coraggio” e della “tenacia”.
Quel simbolo mediceo non ha nulla a che vedere con il simbolo di Terracina, neanche nel suo evolvere nel tempo; osserviamo subito, con un colpo d’occhio, che lo stemma cittadino, anche nelle diverse epoche, è un simbolo “senza palle”, caratteristiche che hanno ereditato col tempo anche i suoi cittadini.
Tranne un breve episodio verificatosi tra il 1143-1202 in cui “le palle” furono mostrate per l’azione che vide protagonista la “Rocca Traversa”, queste simboliche “pelotas” non si manifestarono più.
Lo si capisce facilmente dalla blasonatura dello stemma, (Disegnato da Massimo Ghirardi, disegnatore di araldica civica) una città rappresentata come una rocca, in difesa, affiancata, nella sua più moderna interpretazione, da due leoni appoggiati stancamente a difesa della porta, un cordone che cinge tutta l’immagine con due chiavi incrociate sormontate da un simbolo del papato; a ricordo di una antica tradizione la scritta “Civitas Terracinae” a ricordarci anche le antiche origini.
Quindi, niente “palle”, niente corazze, niente elmi, spade, niente leoni rampanti ed aggressivi, niente bandiere al vento, aquile con una o più teste ad ali spalancate, niente cavalli scalpitanti, una città chiusa in se stessa, succube, come i suoi cittadini che, col tempo, sono diventati “dei senza palle” anche loro, entrambi i generi.
Forzando i termini, una popolazione di “eunuchi”.
Ma a chi mi voglio riferire . . . a una classe politica, e a cittadini, senza “palle”, che non ha il coraggio di chiedere scusa, di affrontare i cittadini, di subire anche le critiche, di dire ed esprimere i propri perché, i se, i come, i quando, le difficoltà, le responsabilità evidenti, che non ha la forza di fare le “pulizie straordinarie”, ora che è primavera, di un palazzo sotto i cui tappeti si sono accumulati anni di inefficienze, interessi personali, scheletri maldestramente nascosti, incapacità evidenti, rifiuti indifferenziati, alcuni ben individuati, non smaltibili, nascosti negli angoli dei corridoi e nelle stanze di comando, connivenze, dicono anche intrallazzi e cose non raccontabili, di decine di incompiute, di mancanza di senso civico e di pudore, per non dire vergogna, personale e/o collettiva, di mancanza di dignità, di assenza di estremi sussulti, . . . e potrei continuare ad libitum . . .
Non c’è niente di male nel riconoscere alcune di quelle cose negative, ricredersi è una qualità, un passo avanti verso il miglioramento, verso una visione che, lo avete dimostrato, non avete minimamente . . . ma “chiusi nel castello”, per amore della poltrona, state portando, ad oggi, la città ad un “traguardo” inglorioso . . . a celebrare l’inaugurazione di una fontanella o di una casetta del gatto o altro di poco conto che sono cose che devono anche essere certamente fatte, ma come “contorno” doveroso e non come “primo piatto” . . .
Un uomo, o una donna, con le palle si prenderebbe le responsabilità delle proprie azioni, senza scaricare le proprie colpe, non cercherebbe giustificazioni, escamotage, bugie, bensì ammetterebbe i propri sbagli, non negherebbe l’evidenza e non ti liquiderebbe con scuse banali; un “senzapalle”, o una “senzapalle” col significato che ho spiegato, è uno che scappa di fronte alle difficoltà invece di rimanere, è uno che non affronta la realtà per paura, per immaturità, per egoismo, perché incapace, perché . . . perché . . .
Come dicevo all’inizio uno, o una, “Di nessun conto, di poco o di nessun valore”, uno che ama poco, o che ama solo se stesso, perché se amasse Terracina troverebbe il coraggio per affrontare qualsiasi difficoltà.
In sintesi, “le palle”, metaforicamente, mi sono sempre sembrate “di serie” nel corredo anatomico maschile ed anche femminile . . .non escludendo i cittadini terracinesi . . .
Auguro a tutti, Amministratori e Amministrati, le più grandi fortune che giorno per giorno costruirete con il vostro sudato impegno, o disimpegno . . .
Mi sa, però, che non basta più averle “le palle” . . . è l’ora di dimostrare anche di averle . . . !
Prof Carmelo Palella

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