Noi ci auguriamo di no. Ci auguriamo che quanto sta accadendo all’interno della maggioranza sia frutto di un confronto vero, magari anche acceso, ma finalmente radicato nei contenuti.
Un confronto che nasca dalla volontà, almeno questa volta, di discutere seriamente l’azione amministrativa, di rivederne l’impostazione, di proporre correttivi e visioni alternative per migliorare concretamente la vita della città e dei suoi cittadini.
Ma a osservare le prime mosse, cresce il timore che si stia consumando l’ennesimo copione già visto: dove la parola “crisi” perde ogni significato politico e si trasforma in un puro gioco di equilibri interni, ricalcolo di forze, ridistribuzione di spazi e visibilità.
Nulla di nuovo sotto il sole, verrebbe da dire. Un’operazione gattopardesca: cambiare tutto affinché nulla cambi davvero. Una piroetta politica, un valzer tra ruoli e deleghe, il solito “facimme ammuina” in salsa locale che nulla ha a che vedere con le urgenze reali della città.
E invece di urgenze ce ne sono, eccome.
Infrastrutture, ambiente, servizi pubblici, bilancio, partecipate, giovani, lavoro: i nodi sono tanti e complessi, e richiederebbero un’amministrazione coesa, coraggiosa, capace di agire con trasparenza e responsabilità.
Ma forse è chiedere troppo.
Basterebbe — almeno — un’amministrazione “normale”.
Per questo speriamo sinceramente di sbagliarci. Speriamo che da questa fase possa emergere, se non un rilancio, almeno un atto di verità nei confronti della città.
Ma se tutto dovesse ridursi ancora una volta a una semplice manovra di potere, allora sì, ci troveremmo di fronte all’ennesima, grave mancanza di rispetto verso una comunità che merita — e pretende — ben altro.
Arcangelo Palmacci
Segretario Provinciale di Azione e locale di Terracina in Azione
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