giovedì 28 Marzo 2024,

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Sanità Regione Lazio. Tutela pazienti della rete per l’infarto, chiesto l’intervento di Fazzone

scritto da Redazione
Sanità Regione Lazio. Tutela pazienti della rete per l’infarto, chiesto l’intervento di Fazzone

“Le eccellenze esistenti nel Lazio devono essere prese a modello non mortificate o penalizzate. Per queste ragioni, appreso del contenuto della determinazione approvata dalla Regione Lazio in merito alla riorganizzazione della rete per l’emergenza cardiologica, ho chiesto tramite una nota, inviata al ministro della salute, Orazio Schillaci, ed al presidente facente funzione della Regione, Daniele Leodori, l’intervento immediato e la revisione del sistema della rete di emergenza per l’infarto definita nel Lazio che, così come impostata, va a ledere il diritto alla cura dei cittadini ed a penalizzare un sistema, i cui risultati sono sotto gli occhi di tutti, come quello della provincia di Latina che nella qualità ed efficacia ha le sue radici. Non abbiamo nulla da eccepire se la riorganizzazione di cui si parla si traducesse in un innalzamento degli standard qualitativi di un servizio fondamentale che nella rapidità ed efficacia della diagnosi e dell’intervento ha il suo scopo e ragion d’essere. Molto da contestare considerato che, al contrario, come emerge dai passaggi illustrati nel piano con l’attuazione di questa determinazione si procede ad una centralizzazione dei servizi della rete per l’emergenza cardiologica su Roma a discapito dell’attività svolta, tra l’altro in modo egregio, nelle province del Lazio. In particolare, si tramuta un sistema lineare ed efficientissimo in un’ articolata serie di passaggi che vanno ad inficiare l’efficienza della rete esistente mettendo, di fatto, a rischio la vita stessa delle persone colpite da infarto per i quali il fattore tempo è determinante.  Il “protocollo” previsto nella determina prevede che la Centrale operativa del 118 di Roma stabilisca la destinazione del paziente sulla base dei diversi quadri clinici ed elettrocardiografici e l’ubicazione e la capacità di risposta dei diversi nodi della rete. Questo significa che dalla provincia di Latina ogni elettrocardiogramma (ECG) dovrà essere inviato alla Centrale operativa del 118 di Roma per poi essere rinviato a Latina allungando i tempi che, al contrario, dovrebbero essere sempre più contratti se si vogliono salvar le vite dei pazienti. Un progetto, inoltre, che va a contrastare con gli eccellenti risultati raggiunti, dal 2011 ad oggi, proprio dalla rete per l’emergenza cardiologica attivata presso il Dea di II livello dell’ospedale Santa Maria Goretti di Latina che si è collocato in oltre dieci anni di attività ai primi posti in Italia per l’efficienza della rete, il numero di interventi effettati e di vite salvate. Le linee guida internazionali e nazionali pongono come obiettivo ideale un tempo “door-to-balloon” contenuto entro i 90 minuti per i pazienti colpiti da infarto acuto del miocardio. Per rientrare in questa linea temporale, in cui il contatto con i medici del reparto di riferimento è costante e vengono eseguiti i primi tracciati, il paziente viene preso in carico dalla struttura ospedaliera senza dovere passare dal Pronto soccorso. Solo il mantenimento delle strutture territoriali provinciali di riferimento possa garantire il  rispetto della timeline del servizio che non può, come nel caso della rete per l’infarto della provincia di Latina, essere in alcun modo messa a rischio in nome e in virtù di una riorganizzazione che sembra guardare a criteri meramente ragionieristici e non certo a quelli dell’efficienza e dell’efficacia. Abbiamo il dovere e la responsabilità, come rappresentanti delle istituzioni a tutti i livelli, di unire le forze per prevenire e contrastare tali scelte che purtroppo si traducono in disservizi e che, anziché migliorare le eccellenze esistenti le penalizzano”.

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