L’Ordine provinciale di Roma dei Medici-Chirurghi e degli Odontoiatri ha incontrato ieri sera tutte le rappresentanze sindacali della categoria medica per analizzare il contenuto e le problematiche attuative del decreto sull’appropriatezza delle prescrizioni emanato dal ministro della Salute, Beatrice Lorenzin. Il presidente dell’Ordine, Roberto Lala, ha preso atto delle criticità applicative di tale decreto, evidenziate unanimemente da tutte le varie componenti del mondo medico.
Criticità relative tanto alle risorse tecniche e informatiche, sia degli studi medici che della Regione Lazio, quanto a incongruenze e conflitti tra le disposizioni di legge attuali e quelle previste nel testo del ministero. Un insieme di problematiche che ne rendono impossibile l’applicazione immediata senza causare forti e ingiustificati disagi ai cittadini-pazienti.
In questo quadro, e’ stato espresso apprezzamento per l’attenzione dimostrata dalla Regione Lazio ai rilievi mossi dalle varie componenti della categoria. Dai vertici dell’Ente, infatti, è stata già recepita la necessità di “pervenire in modo graduale e progressivo all’applicazione su tutto il territorio regionale delle disposizioni previste nel decreto“, così da garantire il tempo necessario ad eliminare “le attuali oggettive criticità gestionali“.
Pertanto, alla luce di quanto emerso l’Ordine di Roma – il più numeroso in Italia con i suoi oltre 41mila iscritti – ritiene impossibile nella situazione attuale di conformarsi alle indicazioni del Ministro Lorenzin e, altresì, inaccettabili le conseguenze che ne deriverebbero per i pazienti, sia sul piano della prevenzione e diagnosi sia su quello strettamente economico.
“Ribadiamo che sul tema dell’appropriatezza prescrittiva è sbagliato l’approccio e il metodo non l’obiettivo“, ha commentato Lala al termine della riunione. “Così si scavalca la competenza e la coscienza del medico, snaturando la sua missione, scaricando altresì su di lui scelte politiche che vanno a incidere nel rapporto di fiducia con i pazienti. Il decreto pretende di imporre analiticamente scelte di carattere clinico che invece devono essere dettate dalla conoscenza e competenza del medico: ciò è inaccettabile. Va quindi riaperto il confronto con il Governo, per evitare un vulnus al diritto alla salute dei cittadini e alla deontologia della nostra professione. Poiché proseguendo su questa strada il nostro SSN rischia di perdere il suo ruolo e il suo valore sociale“, ha concluso il presidente dei medici capitolini.
In tale ottica è stato quindi deciso di predisporre un dettagliato documento da inviare al Ministro Lorenzin, contenente le criticità rilevate e una proposta del mondo medico per conseguire congiuntamente gli obiettivi di appropriatezza ma nel rispetto della qualità di assistenza dovuta ai cittadini. Contemporaneamente, l’Ordine di Roma intende investire del problema la Federazione nazionale (Fnomceo) affinché si attivi e compia tutti i passi necessari verso il Governo per tutelare pienamente il diritto alla salute della collettività e il ruolo del medico.