venerdì 19 Aprile 2024,

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Roma&Lazio. La politica, le opinioni, i fatti

scritto da Redazione
Roma&Lazio. La politica, le opinioni, i fatti

Roma: Calabria (FI), Orfini si è accorto ora danni Marino?
Dopo averlo difeso a spada tratta per due anni e mezzo, è incredibile il modo in cui il Pd sta scaricando Marino, facendo quasi finta di non conoscerlo. Sembra che Orfini si sia accorto ora di tutti i guai provocati dal suo sindaco, quel sindaco che fino a tre settimane fa per il Commissario Pd doveva andare avanti a tutti i costi. Il fallimento di questa amministrazione è targato Pd, e Renzi e Orfini, nonostante i goffi tentativi di negarlo, lo sanno bene“. Lo dichiara la deputata di Forza Italia Annagrazia Calabria.


Sotto i 350g a settimana non si corre alcun rischio. Basta parlare di dieta mediterranea, non vuol dire nulla“. Lo ha detto la massima esperta in Europa in Culinary Nutrition, Chiara Manzi (Direttore Scientifico di Art joins Nutrition Academy), intervenuta ai microfoni della trasmissione “Genetica oggi”, condotta da Andrea Lupoli su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it).
Carne rossa e insaccati.Non bisogna allarmarsi ma sapere come stanno le cose realmente –ha affermato la Dott.ssa Manzi in merito all’allarme lanciato dall’Oms sulle carni rosse-. L’emoglobina presente nella carne rossa nel nostro organismo si trasforma in sostanze cancerogene. Non sono gli additivi di questi cibi a favorire l’insorgenza di tumori allo stomaco e al colon, ma sono i metaboliti, quindi le sostanze che vengono prodotte dopo l’assimilazione di emoglobina. L’allarme si concentra in particolare sugli insaccati perchè, oltre a contenere l’emoglobina, hanno anche degli additivi cancerogeni come nitrati e nitriti, spesso vengono affumicati e cotti sulla brace. Ma c’è una dose al di sotto la quale la ricerca scientifica assicura che non si corre nessun pericolo, questa dose è 50 grammi al giorno o 350 grammi a settimana. Certo, non è facile, perché già con due wurstel si supera la dose settimanale”.
Dieta mediterranea.Sono stufa di tutto questo parlare di dieta mediterranea –ha aggiunto la Dott.ssa Manzi-, perché non vuol dire niente. Pizza e pasta fanno parte della dieta mediterranea, ma la dieta mediterranea deve evolvere, non basta parlare di cereali, legumi, olio extravergine d’oliva. Se questi piatti vengono cucinati con troppe calorie, troppi grassi e troppo zucchero, fanno male anche se appartengono alla dieta mediterranea. Questi professoroni che dicono di tornare alla dieta mediterranea, neanche sanno spiegare cosa vuol dire. E’ solo un modo per banalizzare la questione”.


Nicola Morra, senatore del Movimento Cinque Stelle, è intervenuto su Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano (www.unicusano.it) , nel corso del programma ECG Regione, condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio. Il senatore del Movimento Cinque Stelle è tornato sulle polemiche che negli ultimi giorni si sono accese tra alcuni attivisti pentastellati e la comica Luciana Littizzetto.
La Littizzetto ha deciso di esprimere, a suo avviso facendo satira, secondo altri offendendo, le sue posizioni politiche in quel modo. Forse sarà stata sgradevole per molti, io invece non la considero affatto. Ricordo poi che De Andrè in una sua canzone sosteneva come i diamanti nascessero da deiezioni. A questo punto facciamo autoironia, chi di noi è perfetto si ritenga offeso, chi di noi è invece consapevole dei propri limiti accetti col sorriso anche queste provocazioni“.
Ancora Morra: “Questi segnali di insofferenza che diventano sempre più frequenti nei confronti del Movimento Cinque Stelle stanno forse a confermare che ci stiamo avvicinando alla meta e cioè a cambiare questo paese. Se ci sono delle sensibilità che si sono sentite offese dalla Littizzetto significa che culturalmente noi diamo troppo credito ai media tradizionali. Dovremmo liberarci da questo, dobbiamo volare in alto. La bellezza è negli occhi di guarda, guardiamo a Luciana Littizzetto sorridendo, la faremo ancor più incazzare. Bisogna essere preparati alle provocazioni e non bisogna mai rispondere, altrimenti si passa dalla parte del torto“.


Nell’ambito della sesta edizione del Festival della Diplomazia, si è tenuto all’Università Niccolò Cusano l’incontro dal titolo “Migranti, Rifugiati, Profughi: quale denominatore comune?”. Uno dei protagonisti del convegno è stato l’On. Khalid Chaouki (PD), membro della Commissione Affari Esteri e Comunitari della Camera dei Deputati, intervenuto ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano” su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it).
Immigrazione.Il nostro è un Paese di migranti, che è sempre stato generoso e accogliente –ha affermato Chaouki-. Contemporaneamente però abbiamo una rappresentazione mediatica che propone solo conflitti ed esempi negativi. I dati parlano di 5 milioni di immigrati che contribuiscono al Pil italiano e sono integrati nella società. Le difficoltà di convivenza sono poche e circoscritte, ma nella rappresentazione che viene data dai media sembrano questi i veri problemi dell’Italia. Si schiacciano sugli immigrati tutti i problemi del Paese e questo viene fatto dalle destre e della Lega Nord in particolare, che molte volte ha nascosto i suoi fallimenti attaccando prima i meridionali e adesso gli immigrati. Noi a Bruxelles abbiamo votato insieme al Partito Popolare Europeo per la risoluzione dell’emergenza immigrazione, la Lega invece ha votato contro. E’ un partito che fa della speculazione più bassa i motivi della sua campagna elettorale”.
Partito democratico.Con il Nuovo Centrodestra e Ala non ci siamo scelti –ha spiegato Chaouki-, è una convivenza finalizzata ad una fase temporanea per fare le riforme necessarie al Paese. Non tutto il male viene per nuocere. Quando eravamo da soli non siamo riusciti a fare cose che invece adesso siamo riusciti a portare a termine. Questo è merito del Presidente Renzi. Il Pd ora deve fare un lavoro serio sui territori, non dobbiamo perdere contatto con la storia del nostro partito. Se la minoranza dem fosse stata responsabile e non cercare pretesti per fare sempre polemica, oggi saremmo più uniti. Questo ha danneggiato il Pd nel suo complesso. Spero che si eviti questo atteggiamento di voler apparire diversi a tutti i costi e di cercare di apparire sui titoli dei giornali”.
Ignazio Marino. “Fino all’ultimo si è cercato di salvare il salvabile –ha affermato Chaouki-. Io ho sempre avuto molti dubbi sulla gestione di Roma da parte di Marino. Forse avremmo dovuto criticarlo in modo più esplicito riguardo il suo operato. Personalmente ho cercato di intervenire su alcune questioni avendo zero risposte dall’Amministrazione comunale. La questione scontrini è l’ultima di una serie di errori ed è giunta l’ora che l’ormai ex sindaco Marino metta da parte il suo ego e prenda atto della sua gestione semi fallimentare. La città deve essere a tutti i costi salvata, mettendo da parte le diatribe all’interno del Pd.


Lucia Uva, sorella di Giuseppe (43enne morto a Varese nel 2008 dopo aver trascorso parte della notte nella caserma dei carabinieri), è intervenuta ai microfoni della trasmissione “Buio in sala”, condotta da Piercarlo Fabi, su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it).
Sono venuti fuori tanti sviluppi in aula –ha dichiarato Lucia Uva-. Però molti vogliono raccontare solo ciò che fa comodo a loro. Si è venuto a sapere che Giuseppe è stato ammanettato nella caserma, in una stanza piena di poliziotti intorno a lui. Mio fratello era legato a una sedia. Però nessuno l’ha scritto sui giornali di Varese, perché ci sono quei muri di omertà sulla vicenda processuale. Io però riuscirò ad abbatterli questi muri. A loro interessa solo dire che Uva era aggressivo, era violento. Nessuno ha detto che Giuseppe quella notte era stato legato a una sedia e ammanettato, quindi come faceva a fare gesti autolesionisti?”.
Sul Pubblico Ministero Agostino Abate.Dai pm non mi aspetto niente, ma ho fiducia nei giudici –ha spiegato Lucia Uva-. Il pm Abate manderà in prescrizione tutti i reati, ma una cosa è certa: finita la battaglia per Giuseppe, io inizierò la mia battaglia contro Abate. Mi ha rinviato a giudizio per diffamazioni per due mie interviste. Non è possibile che noi vittime veniamo condannate e gli imputati diventano vittime”.
Sui sindacati di Polizia. “Una cosa che mi ha mandato in bestia –ha dichiarato in lacrime Lucia Uva- è Gianni Tonelli del Sap (sindacato autonomo polizia) si è permesso di dire che mio fratello è morto perché era stato abbandonato dalla famiglia. Io lo querelerò perché non è vero, io non ho mai abbandonato Giuseppe. Non permetto a Tonelli di parlar male di mio fratello. Si metta in testa che continuerò fino all’ultimo respiro a voler sapere cosa è successo in quella caserma. Devono avere il rimorso di coscienza, come ce l’ho io perché quel maledetto giorno sono partita. Se io fossi stata a casa avrei potuto vivere l’ultimo respiro di Giuseppe”.
C’è una parte del film “Viva la sposa!” di Ascanio Celestini che fa riferimento al Caso Uva.Ho visto il film –ha affermato Lucia Uva-. Penso che Ascanio Celestini abbia avuto molta delicatezza nell’interpretare la storia di Giuseppe. Il film è molto delicato e molto bello. Ascanio ha voluto raccontare come vivono le persone disagiate come Giuseppe, che aveva problemi con l’alcol. Il film non è contro le forze dell’ordine, anche se i sindacati di polizia come al solito hanno fatto polemica e si sono sentiti tirati in ballo”.


Il Prof. Ibrahim Magdud, direttore dell’Accademia libica in Italia e docente di storia dei paesi islamici all’Università Niccolò Cusano, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Il mondo è piccolo”, condotta da Fabio Stefanelli, su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it).
Il processo negoziale per un accordo di unità nazionale in Libia va avanti, ma il Parlamento di Tobruk non ha approvato il piano dell’inviato dell’Onu Bernardino Leon. “Non è che hanno rifiutato l’accordo –spiega Magdud-, hanno fatto le riserve senza fare la ratifica dell’accordo. Il Parlamento non ha voluto confermare quest’accordo sul governo di unità nazionale, perché non è stata rispettata la quarta bozza dove c’era la lista dei candidati al governo, su cui erano d’accordo sia quelli di Tripoli che di Tobruk. Leon ha presentato una lista al di fuori di quell’accordo. L’Onu ha voluto imporre un governo. E’ la stessa cosa che si è verificata in Afghanistan e in Iraq”.
La questione è molto grande –prosegue Magdud-. Non c’è mai stato un discorso tra libici e libici, ci sono sempre state forti pressioni esterni, da Qatar, Turchia, Francia e Inghilterra. La notizia nuova è che si riuniranno il Parlamento di Tripoli e di Tobruk per fare in modo che si arrivi ad una soluzione che vada bene ad entrambe le parti libiche. La rappresentanza delle Nazioni Unite in Libia può solamente partecipare come consulente, non come parte in causa decisiva”.
La maggior parte dei gruppi armati –afferma Magdud- sono finanziati da Paesi esteri e sottostanno all’accordo politico. Non è che sono proprio cani sciolti. I cani sciolti sono quelli delle bande criminali. Per quanto riguarda le minoranze, in Libia ce ne sono tre e ci sono delle dispute territoriali tra loro. Il problema sta al sud della Libia”.
Il pericolo, con la pressione russa sulla Siria e con la convivenza della Turchia, è che molti dell’Isis potrebbero venire in Libia. La Libia potrebbe raccogliere tutti i fuggiaschi dalla Siria e diventare la culla dello Stato Islamico. Questo ovviamente diventerebbe un pericolo anche per l’Italia. Tutti quelli dell’Isis che vanno in Siria, prendono l’aereo dalla Tunisia per Istanbul e poi vanno in Siria. Questa è una situazione che conosce tutto il mondo arabo”.


Sacerdozio e celibato: un tema particolarmente delicato affrontato questa mattina su Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano (www.unicusano.it), durante ECG Regione, programma condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio.
Nel corso del format è intervenuto Federico, un ex sacerdote che dopo otto anni di sacerdozio, mentre cercava di contrastare la tratta della prostituzione, ha incontrato una prostituta nigeriana, se ne è innamorato e, dopo essersi spretato, ci si è sposato (civilmente) e ci ha fatto tre figli.
Federico racconta: “In seminario non avevamo contatti con la donna. La donna era una figura astratta, che noi non conoscevamo. Quando ho finito il seminario ed ho iniziato a fare il prete, invece, ho cominciato ad avere contatti con realtà concrete, difficili da immaginare. In seminario mi hanno insegnato a parlare di anima, quando mi sono trovato a fare il parroco invece ho dovuto fronteggiare problematiche concrete, in un quartiere difficile. E’ cambiato tutto“.
Federico e l’omosessualità in seminario:Il fatto che mancasse ogni tipo di contatto con figure femminili, portava diversi miei compagni a cercare affetto tra di loro. In alcuni casi si trattava semplicemente di amicizie un po’ più intime, anche se ho visto direttamente che in alcuni casi tra seminaristi nascevano veri e propri rapporti, che ovviamente ufficialmente rimanevano segreti, non esistevano“.
Federico e l’incontro con la prostituta nigeriana che poi è diventata sua moglie:Io mi impegnavo nella lotta alla tratta delle donne che finivano loro malgrado nelle maglie della prostituzione. Avevo messo in piedi un’organizzazione che ha salvato in pochi mesi decine di ragazze. Poi ho incontrato Maria (nome di fantasia). All’inizio tra di noi è nata una profonda amicizia. Eravamo diventati l’uno per l’altra dei punti di riferimento imprescindibili. La sua storia mi ha colpito particolarmente: era stata venduta dai suoi genitori in Africa ad una banda di trafficanti che poi l’avevano rivenduta a loro volta. Finita sulla strada dopo una serie di violenze inenarrabili. Della sua fragilità, giorno dopo ho giorno, ho iniziato ad innamorarmi. Di un amore puro, vero. Di un amore di cui andavo fiero e al tempo stesso mi vergognavo, perché contrastava con il giuramento che avevo fatto nei confronti della Chiesa“.
Prima di decidere di spretarsi Federico ha passato un periodo davvero difficile: “Parlai della situazione con un mio superiore, che sembrò comprensivo ma che mi diede un consiglio che mai sarei riuscito a mettere in pratica. Mi disse che Maria era stata una prova inviatami dal Signore. Che avrei potuto superare questa prova con la preghiera. Allontanandola dalla mia vita. A quel punto ho reagito. Mi sono detto che nell’innamorarsi, come era capitato a me, non c’era nulla di male. Io amavo e amavo Maria. Io ho salvato lei dall’inferno della strada e della prostituzione. Ma lei ha salvato me da una vita che altrimenti sarebbe stata vuota. Quando ho deciso di spretarmi sono stato lasciato completamente solo, dalla Chiesa e anche dai miei familiari, che all’inizio non capivano. Ho sposato Maria con rito civile. Da lei ho avuto tre figli che ora sono tutta la mia vita“.
Nessun ripensamento da parte di Federico: “Non mi sono mai pentito di questa scelta. E se posso essere sincero, non mi sento neanche in colpa. Anzi, il Dio in cui credo penso che possa essere fiero di me. Negli occhi dei miei tre figli c’è il senso di tutta la mia esistenza. E nel mio piccolo, continuo a fare il sacerdote. Perché per me sacerdote è chi aiuta il prossimo, chi si batte per i più deboli. Ora lavoro in fabbrica e faccio molto volontariato. Evidentemente doveva andare così“.


Sono in corso negoziati tra Marino e il Pd e intanto la città è tenuta in ostaggio. Mi aspetto di tutto. Marino non ha bisogno dei numeri per andare avanti. può benissimo non convocare il Consiglio e rimanere lì finchè il bilancio non viene approvato“. Lo ha detto il Senatore Andrea Augello (NCD) ai microfoni della trasmissione “Ecg Regione Lazio”, condotta da Andrea Di Ciancio e Roberto Arduini, su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it).
Tutta questa situazione –ha affermato Augello- adesso è facile scaricarla su Marino. Il sindaco certamente ha aspetti pittoreschi, ha fatto un discorso delirante, sostiene di avere la città dalla sua parte perché ha visto per la prima volta 1200 persone messe insieme. Però di base c’è una gestione di questa faccenda da parte del Pd che è allucinante. Non riesco a capire perché il Pd non abbia sfiduciato Marino e abbia sottoposto la città a questa agonia. Cosa mi aspetto? Di tutto. Mi sembra chiaro che c’è in corso più di un negoziato tra Marino e il Pd e la città è stata presa in ostaggio in attesa che si concluda questo negoziato. Marino non ha bisogno dei numeri per andare avanti, semmai i numeri servirebbero per sfiduciarlo. Il sindaco può benissimo non convocare il Consiglio e rimanere lì finchè il bilancio non viene approvato. Poi se il bilancio non viene approvato, il Comune viene commissariato, ma stiamo parlando di mesi non di ore. Se si dimettessero in massa gli assessori? Non sarebbero abbastanza per mandare a casa Marino, perché per mandarlo a casa serve la maggioranza del Consiglio Comunale quindi il Segretario del Pd di Roma dovrebbe chiedere all’opposizione le firme per mandare a casa il sindaco. Il problema è chi ha creato questo meccanismo infernale, chi è riuscito persino a fabbricare la favola di un sindaco anti-mafia che ha più indagati della giunta precedente. Questo caos è tutta colpa del Partito Democratico. Mentre si fanno queste pagliacciate con la gente in piazza per il sindaco, intanto la città è ferma e tra poco inizia il Giubileo”.

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