venerdì 19 Aprile 2024,

Cronaca

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Roma. Alemanno lascia incarico in FdI

scritto da Redazione
Roma. Alemanno lascia incarico in FdI

Oggi è il giorno dei contraccolpo politico: i 37 arresti e gli oltre cento indagati usciti dall’inchiesta “terra di mezzo” che ha scoperchiato la pentola della mafia Capitale guidata da Massimo Carminati, hanno colpito duramente la politica romana. L’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno, indagato per associazione mafiosa ha deciso di autosospendersi dagli incarichi che ricopre in Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale. In una lettera inviata a Giorgia Meloni, Alemanno ringrazia la presidente del partito “per la solidarietà e la fiducia che tu e altri esponenti di vertice del partito avete espresso pubblicamente nei miei confronti”. “In questo momento – ha proseguito – il mio impegno principale non può non essere quello di capire realmente la portata di questa inchiesta e di dimostrare in maniera chiara e puntuale, in tutte le sedi, la mia estraneità agli addebiti che mi vengono mossi. Nello stesso tempo mi rendo conto della necessità di evitare facili strumentalizzazioni che potrebbero usare queste vicende per attaccare l’immagine di Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale, che evidentemente nulla c’entra con tutto ciò”. Si è dimesso da presidente della commissione Cultura della Regione Lazio anche il democrat Eugenio Patanè indagato con l’accusa di turbativa d’asta e illecito finanziamento. Patanè spiega che la sua decisione giunge “per rispetto e a tutela della istituzione regionale”. “Resto sereno e fiducioso nel lavoro della magistratura nella certezza che il prosieguo dell’inchiesta proverà –conclude Patanè – la mia totale estraneità ai fatti che mi vengono contestati”.
Rigetta invece tutte le accuse Luca Gramazio, consigliere regionale del Lazio di Forza Italia e, nella scorsa consiliatura, capogruppo del Pdl in Campidoglio. Si parla di un’intercettazione telefonica tra lui e il dominus dell’inchiesta Massimo Carminati. Gramazio giura di fronte ai giornalisti di non far parte di un sistema e lo dimostrerà. E sul presunto incontro con l’ex terrorista dei Nar e componente della Banda della Magliana spiega: “Carminati? Io incontro un milione di persone”. “Io sono la persona più dispiaciuta di tutto questo – ha aggiunto l’esponente di centrodestra – nei confronti della mia famiglia e di tutte le persone che mi sostengono. L’unica cosa che posso fare è continuare a fare l’attività che faccio con grande tranquillità, e sono a disposizione degli inquirenti”. E sui presunti rapporti con Carimnati ha aggiunto: “Io posso rimproverarmi un milione di cose ma non sulla mia condotta. La commissione Trasparenza di Roma Capitale? Solo pensare che la nomina del presidente della commissione Trasparenza possa esser stata eterodiretta è una stupidaggine. Io le garantisco che non faccio parte di un sistema, mi fa piacere parlarne perché non ho bisogno di scappare. Io vi garantisco che dimostrerò che non faccio parte di nessun sistema”.
Manifesto totale sdegno – ha detto commentando le notizie di cronaca il presidente della Camera Laura Boldrini -. Bisogna fare quanto prima chiarezza, chi ha responsabilità deve renderne conto quanto prima”, ha concluso Boldrini. Ma a subire il più forte contraccolpo è il Partito democratico capitolino. Il deputato Roberto Morassut, intervenendo in una trasmissione radiofonica, ha chiesto l’azzeramento delle tessere nel partito: “Bisogna aprire una discussione finalmente sincera al nostro interno, il nostro tesseramento andrebbe azzerato e rifatto da capo. Sono convinto che le riserve democratiche di questo partito siano ancora grandi e non vadano disperse, occorre recuperare quelle che si sono allontanate, intervenendo con delle azioni decise. Bisogna intervenire su come si fa il tesseramento, sulla trasparenza delle spese elettorali, introdurre l’anagrafe patrimoniale degli eletti, accessibile ad ogni cittadino”. Intanto il Movimento 5 Stelle chiede lo scioglimento del Comune di Roma per mafia. Posizione espressa da una delegazione M5S in un ioncontro col Prefetto di Roma.
Intanto sono iniziati a Regina Coeli gli interrogatori di garanzia dei 37 fermati accusati di associazione mafiosa: davanti ai magistrati sono passati, avvalendosi della facoltà di non rispondere, il capo della presunta “cupola mafiosa” Massimo Carminati, Riccardo Brugia, Fabrizio Franco Testa, Roberto Lacopo, Fabio Gaudenzi, Agostino Gaglianone, Raffaele Bracci, Salvatore Buzzi, Giuseppe Ietto, Luca Odevaine, Carlo Pucci, Matteo Calvio L’unico a tentare di difendersi durante l’interrogatorio è stato Franco Panzironi. “L’ho detto e lo ripeto – ha commentato Ignazio Marino su Facebook -. Abbiamo sbarrato la porta agli interessi, agli inciuci, ai rapporti poco chiari. Il nostro obiettivo resta uno e uno soltanto: cambiare questa citta’ solo per i romani e le romane“, ha concluso.

(askanews)

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