giovedì 18 Aprile 2024,

Primo Piano

Ξ Commenta la notizia

Pronto soccorso Latina, lavori fermi e rischio lungo stop

scritto da Redazione
Pronto soccorso Latina, lavori fermi e rischio lungo stop
Nella mattinata di oggi mi sono recato presso l’ospedale Santa Maria Goretti di Latina per una visita ispettiva ed ho potuto constatare dal vivo la situazione di deficit strutturale del Pronto Soccorso. Ho appreso nei giorni scorsi la notizia della delibera Asl di Latina con la quale è stata disposta la risoluzione in danno dell’appaltatore del contratto per l’ampliamento della struttura, motivata con le gravi inadempienze della società.
Ora però si rischiano tempi davvero lunghi per la conclusione dei lavori. Diverse le criticità che abbiamo rilevato nei locali prescelti per il potenziamento del Pronto Soccorso. L’iter doveva concludersi entro settembre ed invece ci ritroviamo a constatare un ritardo netto rispetto al cronoprogramma preparato dall’Asl di Latina.
Mi pare chiaro che è il settore tecnico a non funzionare. A sconcertare è soprattutto la conduzione. La direzione dei lavori avrebbe dovuto operare un controllo più serrato sulla società aggiudicataria, monitorando con maggiore diligenza lo stato dell’opera avrebbe scoperto con largo anticipo gli evidenti ritardi accumulati rispetto alla scadenza programmata.
Non è mia intenzione entrare nel merito del contenzioso, quanto ritengo più utile soffermarmi sulla gestione di questo lungo percorso. Mi sarei aspettato una conduzione meno superficiale di quest’operazione, fondamentale per la sanità pontina. L’ampliamento del Pronto Soccorso dell’ospedale Goretti era da considerarsi come una delle priorità assolute in tema di programmazione sanitaria. Da tempo ci sforziamo di denunciare la situazione in cui versa la struttura d’urgenza e accettazione dell’ospedale Goretti. Ho riscontrato di persona, e non è la prima volta, la realtà che vivono cittadini, pazienti e personale impiegato nei reparti dei nostri ospedali alle prese con spazi ridotti e inadeguati per il flusso dei pazienti. Costretti ogni giorno a combattere con un percorso ad ostacoli fatto di barelle, letti di fortuna e stanze in cui i pazienti sono parcheggiati in attesa di trasferimento.
L’avvio dei lavori sull’ampliamento, sbandierato ai quattro venti, nel gennaio di quest’anno, sembrava tracciare un viatico di speranza per chi come il sottoscritto, da tempo sollecitava l’adeguamento dell’intero ospedale Goretti. Ed invece siamo davanti ad un impasse che penalizza da un lato l’utenza alle prese con un’inadeguata offerta sanitaria e dall’altro il personale, composto da medici, infermieri e ausiliari sempre più sacrificati e lasciati soli al loro destino.
Devo rimarcare l’eccessiva lunghezza delle procedure burocratiche in tema di edilizia sanitaria. Basti pensare anche a quanto avviene per il Policlinico del Golfo. Il via libera di fatto risale a gennaio, ma a distanza di quasi un anno si è riusciti appena ad avviare l’iter per lo studio di fattibilità dell’opera. Sotto il profilo teorico tutto appare semplice e veloce, ma sul piano pratico riscontriamo complicazioni di vario tipo ed una evidente mancanza di concretezza alla prova dei fatti.
Altro caso eclatante è quello del Dono Svizzero di Formia che attende da 7 anni l’attivazione della Risonanza Magnetica Nucleare. I ritardi qui sono inauditi e come spesso avviene non c’è nessuno a pagare per le inadempienze.
La domanda lecita da porsi è: chi sono i responsabili di queste inefficienze?
Mi auguro che nel Question Time di mercoledì in Consiglio regionale si possa trovare una prima risposta.
La sanità, la vita dei cittadini che ad essa si affidano per avere assistenza e servizi efficienti, non può continuare ad essere affidata al caso o a sterili annunci sulla stampa. Deve essere supportata da scelte mirate ed azioni consequenziali e da quel pragmatismo che purtroppo ad oggi non trova corrispondenza adeguata nei fatti”.
Lo dichiara in una nota Giuseppe Simeone, capogruppo di Forza Italia al Consiglio regionale del Lazio e presidente della commissione Sanità, politiche sociali, integrazione sociosanitaria e welfare

Rispondi alla discussione

Facebook