giovedì 25 Aprile 2024,

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Litorale fondano e demanio civico, patrimonio pubblico. Le proposte della lista “Fondi ci chiama”

scritto da Redazione
Litorale fondano e demanio civico, patrimonio pubblico. Le proposte della lista “Fondi ci chiama”

Se la finalità di chi si candida ad amministrare la “cosa pubblica” deve essere mirata anzitutto alla realizzazione dell’interesse pubblico e dei diritti soggettivi legittimi di natura privata, allora, un programma di “sviluppo turistico” del litorale di Fondi non può che coniugarsi con l’indicato percorso prevedendo azioni rivolte al soddisfacimento degli interessi generali della comunità nonché dei soggetti promotori e gestori delle attività produttive di natura ricettiva, di ristorazione, di tutela e miglioramento del territorio, di erogazione dei servizi.
Occorre evidenziare come, in tale direzione, da tempi risalenti, ogni progetto che si è posto come fattore di sviluppo turistico del litorale, sia rimasto “incagliato” nella selva dei molteplici interessi particolari da difendere, nonché nella storica “divisione” che ha contraddistinto i fautori della “legittimazione” e quelli della “reintegra” dei terreni gravati da uso civico.
“Ancora oggi – come afferma Ettore Capasso in una sua puntuale e vivida riflessione – le stesse previsioni di PRG (Piano regolatore generale) varato nel 1973, sono congelate e subordinate, in gran parte, alla definizione della controversia fra occupatari sine titulo dei terreni e la collettività, rappresentata nominalmente da chi la amministra pro-tempore.
Le speranze suscitate con il progetto nazionale di idee della “Marina di Fondi” dell’amministrazione di Luigi Parisella, sono state del tutto eluse dall’amministrazione uscente, con scelte che hanno sostanzialmente impedito la realizzazione di attrezzature e servizi per l’uso collettivo dei residenti e con finalità di sviluppo turistico di tanta parte del litorale, e favorito, invece, interessi specifici e ristretti. L’ingiustificato ridimensionamento da parte dell’amministrazione De Meo dei 67 ettari del famoso “decreto Schietroma”, destinati a finalità di sviluppo turistico, ha notevolmente compromesso l’economia del litorale. Al di là di ricette mirabolanti, alcune concrete proposte possono ricondursi all’obiettivo primario di un possibile sviluppo del litorale:

  • Realizzare adeguati accessi al mare con relativi servizi e rimuovere ogni ostacolo ad una libera ed ordinata circolazione e balneazione;
  • Nell’area che va dal Canale S. Anastasia ai confini con Sperlonga, di ciò che resta dell’amputazione operata da De Meo dei 67 ettari indicati, occorre realizzare attrezzature e servizi per l’uso collettivo dei residenti a fini turistici (come già previsto dall’ex amministrazione Parisella);
  • Procedere con misura ed equità alla riscossione delle indennità risarcitorie e dei canoni di concessione in uso delle aree destinate ad attività campeggistiche;
  • Procedere ai sensi delle disposizioni di legge agli atti di reintegra, legittimazione e alienazione;
  • Rendere operativo il Piano di mobilità per gli interventi di pubblica utilità e per favorire l’attività balneare, vincolando a tal fine i proventi derivanti dalle legittimazioni e dalle alienazioni, e destinando i canoni di concessione in uso delle aree per attività campeggistiche e diverse, al rimborso di eventuali mutui da contrarre per la realizzazione delle necessarie infrastrutture;
  • Preservare per l’intera area a mare un indirizzo urbanistico che impedisca la massiccia edificazione per seconde e terze case, escludendo cosi, di fatto, gran parte dei cittadini dalla fruizione pubblica del litorale e della spiaggia.

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