martedì 19 Marzo 2024,

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Legambiente Terracina chiede l’accesso agli atti per il costruendo stabilimento balneare di Viale Circe

scritto da Redazione
Legambiente Terracina chiede l’accesso agli atti per il costruendo stabilimento balneare di Viale Circe

Legambiente Terracina ha deciso di procedere, di concerto con il Centro di Azione Giuridica di Legambiente Lazio, nei giorni scorsi ad una istanza di accesso alle informazioni ambientali, in relazione alla installazione di un nuovo stabilimento balneare in localita’ Viale Circe, perché si vuole valutare e comparare il nuovo permesso di costruire con il titolo edilizio rilasciato a suo tempo, comprensivo delle Norme Tecniche di Attuazione del PRG vigente nell’anno della richiesta del Titolo edilizio e comprensivo di tavola di PRG con la destinazione d’uso della zona e le Norme Tecniche del PUA (Piano di Utilizzazione dell’Arenile), inviando la richiesta sia al Comune di Terracina che alla Regione Lazio, anche grazie ad una proficua collaborazione con la Capitaneria di Porto- Guardia Costiera di Terracina.

E’ solo il primo di una serie di accessi agli atti che mira ad acquisire informazioni importanti sulle 100 concessioni demaniali in essere (Dati Regione Lazio 2018) sul litorale terracinese e sulle evoluzioni di tali concessioni demaniali nell’ottica del rispetto del bene demaniale, anche alla luce della situazione attuale di conflitto tra le norme italiane ed europee e la recentissima procedura di infrazione aperta dalla Commissione Europea nei confronti dell’Italia per quanto riguarda la proroga delle concessioni, e soprattutto per porre un argine ad eventuali speculazioni sul nostro litorale e per ristabilire la corretta percentuale di spiagge libere per la fruizione pubblica del bene demaniale, tenendo conto dei Regolamenti regionali in essere.

Legambiente Terracina è impegnata ormai da anni, con il supporto del Centro di Azione Giuridica di Legambiente, Legambiente Lazio e del Coordinamento Nazionale Mare Libero e in collaborazione con il Comitato Spiagge Libere della Riviera di Ulisse, nel censimento e nel monitoraggio delle spiagge libere e delle concessioni e convenzioni, ed è impegnata nella garanzia di fruizione del demanio marittimo – prezioso bene comune peraltro caratterizzato da vincoli paesaggistici e naturalistici importanti – secondo i Regolamenti Vigenti pur nel pieno rispetto di tutte le attività turistico-balneari storiche che rappresentano un volano economico e turistico per la nostra Citta’.

Dopo anni di fruttuosa collaborazione con i Balneari, in particolare con il Sindacato Italiano Balneari di Terracina, anni di importanti progetti ambientali per educare proprio le attività imprenditoriali sane e oneste del nostro territorio ad un sempre maggiore rispetto dell’ambiente naturale, il nostro Circolo ha posto sempre particolare attenzione verso tutte le attivita’ a conduzione familiare soprattutto locali, che vanno sicuramente tutelate ma anche spinte, con linee guida semplici e chiare, e con ordinanze specifiche, alla adozione di comportamenti e scelte rispettose dell’ambiente, evidenziando al contempo pero’ la assoluta necessita’ di garantire a tutti l’accesso al litorale, che è bene pubblico e spingendo per il superamento della grave mancanza di un PUA comunale aggiornato, cosi’ come è stato sempre critico anche sugli affidamenti senza regole e senza controlli dati al privato, con una Amministrazione spesso disattenta e superficiale che spesso non sembra non aver controllato nemmeno i requisiti fondamentali per l’affidamento come nel caso, comunque con un contenzioso ancora aperto, dello stabilimento White beach, e addirittura questa estate ha preferito foraggiare operatori privati invece che utilizzare direttamente il contributo regionale (sei milioni di euro stanziati dalla Regione per rendere sicure e pulite le spiagge libere non attrezzate e 230 mila euro solo per il Comune di Terracina) e che in ogni caso non è abituato a dare linee guida, o a irrogare sanzioni o penali laddove la gestione dello stabilimento non risponda a interessi di corretta gestione o violi semplicemente la Legge.

L’Amministrazione Comunale di Terracina ha poi deliberato il 30 aprile scorso, in piena campagna elettorale, l’estensione delle concessioni balneari ovvero demaniali marittime per finalità turistico-ricreative al 31 dicembre 2033, secondo quanto disposto dalla Legge n.145 del 30 dicembre 2018 e illustrato dalla nota esplicativa della Regione Lazio del 9 aprile 2019, e ha poi pubblicato il 27 novembre scorso la determina dirigenziale sull’estensione delle concessioni balneari fino al 2033 appellandosi perfino alla Legge n.77 del 2020 che sancisce, ai fini del contenimento dei danni dell’emergenza epidemiologica da Covid-19, la sospensione dei procedimenti amministrativi volti alla nuova assegnazione delle concessioni demaniali marittime o alla riacquisizione al patrimonio pubblico delle aree demaniali, ma solo pochi giorni dopo la Commissione europea ha inviato all’Italia una lettera di messa in mora relativa al rinnovo automatico delle concessioni balneari https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/it/inf_20_2142. Nella lettera di messa in mora, gli Stati membri sono tenuti a garantire che le autorizzazioni, il cui numero è limitato per via della scarsità delle risorse naturali (per esempio le spiagge), siano rilasciate per un periodo limitato e mediante una procedura di selezione aperta, pubblica e basata su criteri non discriminatori, trasparenti e oggettivi e sono gia’ molti i Comuni che hanno ricevuto una lettera di diffida dall’Autorità garante della concorrenza per avere esteso le concessioni balneari fino al 2033.

Inoltre Terracina è purtroppo uno dei cinque comuni del Lazio (Dati Rapporto Spiagge 2020 di Legambiente) in cui non viene rispettato il Regolamento Regionale 19/2016, che stabilisce che il 50% delle spiagge comunali sia libero e, a cinque anni dall’approvazione della giusta legge regionale, è incredibile che non si sia riusciti a farla rispettare. Per questa ragione stiamo collaborando in modo molto proficuo con il Coordinamento Nazionale Mare Libero e il Comitato Spiagge Libere della Riviera di Ulisse che hanno partecipato in qualita’ anche alle recenti audizioni in Commissione Sviluppo Economico per il nuovo PUA in Regione, inspiegabilmente ancora fermo dopo aver superato la Vas e mai approvato dal 1993, portando avanti tutte le nostre necessita’. Vogliamo fare un’azione di sollecito nei confronti della Regione Lazio affinché approvi il prima possibile il Pua regionale. La Regione Lazio è, infatti, una delle poche rimaste Regioni costiere in Italia a non avere il Puar approvato, e quindi mancano le linee guida essenziali per i Comuni del Lazio.

“Il nostro Circolo con l’accesso agli atti al Comune di Terracina e per conoscenza alla Regione Lazio, formulato dal nostro Centro di Azione Giuridica di Legambiente Lazio, e dopo una fruttuosa collaborazione con la Capitaneria di Porto- Guardia Costiera, ha deciso di vederci chiaro nella costruzione di un nuovo stabilimento balneare sul nostro litorale non perché vuole contrastare la legittima aspirazione degli onesti balneari ma perché in questa fase cosi’ incerta, in cui non sembra essere neanche garantita la proroga della concessione balneare, e davanti ad una procedura di infrazione europea che mette davvero a rischio tutto con il rischio addirittura di diffide che possano arrivare al Comune, siamo francamente sorpresi che si proceda a costruire nuove, costose e impattanti strutture sulla spiaggia. Il nostro Circolo ha- fin dalla sua nascita – sempre concentrato la sua attenzione sulle attivita’ imprenditoriali balneare sane della citta’ supportandole nella transizione ecologica e affiancandole nell’applicazione delle nuove disposizioni, come quelle relative al contrasto della plastica in mare, ma il demanio marittimo è un bene pubblico preziosissimo e le Amministrazioni a tutti i livelli devono gestire questo bene – che è e resta dei cittadini – in maniera ottimale e coordinata e soprattutto con vigilanza e controlli per impedirne l’ infiltrazione della criminalita’ organizzata e contrastare gli abusi edilizi costieri. E’ quindi fondamentale controllare la conformita’ di ogni singolo atto alla legge vigente e spingere sia la approvazione del PUAR (Piano di Utilizzazione degli Arenili Regionale), fermo dal 1993 e che fa della Regione Lazio una delle poche regioni costiere a non averlo ancora adottato, sia l’approvazione del PUA comunale, ricordando che il PUA di Terracina è del 2003 e tutte le successive modifiche proposte non hanno mai passato la Valutazione Ambientale Strategica della Regione Lazio, mentre ora più che mai è necessario garantire una riorganizzazione della costa e dell’attività di balneazione, attuando delle politiche di rigenerazione urbana in chiave “green”, ma anche liberando dal cemento le nostre coste e pianificando un nuovo modello di turismo sostenibile. ”dichiara Anna Giannetti, Presidente del Circolo Legambiente “Pisco Montano” e Consigliere Nazionale di Legambiente.

Inoltre Terracina è purtroppo uno dei cinque comuni del Lazio (Dati Rapporto Spiagge 2020 di Legambiente) in cui non viene rispettato il Regolamento Regionale 19/2016, che stabilisce che il 50% delle spiagge comunali sia libero e, a cinque anni dall’approvazione della giusta legge regionale, è incredibile che non si sia riusciti a farla rispettare. Per questa ragione stiamo collaborando in modo molto proficuo con il Coordinamento Nazionale Mare Libero e il Comitato Spiagge Libere della Riviera di Ulisse che hanno partecipato in qualita’ anche alle recenti audizioni in Commissione Sviluppo Economico per il nuovo PUA in Regione, inspiegabilmente ancora fermo dopo aver superato la Vas e mai approvato dal 1993, portando avanti tutte le nostre necessita’. Vogliamo fare un’azione di sollecito nei confronti della Regione Lazio affinché approvi il prima possibile il Pua regionale. La Regione Lazio è, infatti, una delle poche rimaste Regioni costiere in Italia a non avere il Puar approvato, e quindi mancano le linee guida essenziali per i Comuni del Lazio.

“Il nostro Circolo con l’accesso agli atti al Comune di Terracina e per conoscenza alla Regione Lazio, formulato dal nostro Centro di Azione Giuridica di Legambiente Lazio, e dopo una fruttuosa collaborazione con la Capitaneria di Porto- Guardia Costiera, ha deciso di vederci chiaro nella costruzione di un nuovo stabilimento balneare sul nostro litorale non perché vuole contrastare la legittima aspirazione degli onesti balneari ma perché in questa fase cosi’ incerta, in cui non sembra essere neanche garantita la proroga della concessione balneare, e davanti ad una procedura di infrazione europea che mette davvero a rischio tutto con il rischio addirittura di diffide che possano arrivare al Comune, siamo francamente sorpresi che si proceda a costruire nuove, costose e impattanti strutture sulla spiaggia. Il nostro Circolo ha- fin dalla sua nascita – sempre concentrato la sua attenzione sulle attivita’ imprenditoriali balneare sane della citta’ supportandole nella transizione ecologica e affiancandole nell’applicazione delle nuove disposizioni, come quelle relative al contrasto della plastica in mare, ma il demanio marittimo è un bene pubblico preziosissimo e le Amministrazioni a tutti i livelli devono gestire questo bene – che è e resta dei cittadini – in maniera ottimale e coordinata e soprattutto con vigilanza e controlli per impedirne l’ infiltrazione della criminalita’ organizzata e contrastare gli abusi edilizi costieri. E’ quindi fondamentale controllare la conformita’ di ogni singolo atto alla legge vigente e spingere sia la approvazione del PUAR (Piano di Utilizzazione degli Arenili Regionale), fermo dal 1993 e che fa della Regione Lazio una delle poche regioni costiere a non averlo ancora adottato, sia l’approvazione del PUA comunale, ricordando che il PUA di Terracina è del 2003 e tutte le successive modifiche proposte non hanno mai passato la Valutazione Ambientale Strategica della Regione Lazio, mentre ora più che mai è necessario garantire una riorganizzazione della costa e dell’attività di balneazione, attuando delle politiche di rigenerazione urbana in chiave “green”, ma anche liberando dal cemento le nostre coste e pianificando un nuovo modello di turismo sostenibile. ”dichiara Anna Giannetti, Presidente del Circolo Legambiente “Pisco Montano” e Consigliere Nazionale di Legambiente.

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