“Ancora una volta sono costretto a segnalare al Sindaco in carica una situazione che potrebbe danneggiare la pubblica amministrazione e quindi i cittadini come accaduto con i fondi di ristoro per la presenza della centrale nucleare, milioni di euro persi per avere ignorato la causa contro la Presidenza del Consiglio dei Ministri e il Cipe, avviata invece da altri comuni”. Esordisce così l’ex sindaco Vincenzo Zaccheo sulla vicenda dell’annullamento del Piano di Latina Scalo. Con atto del 24 maggio 2016 il commissario prefettizio annulla l’intero Piano di Latina Scalo all’interno del quale è compreso il Piano di recupero collegato alla procedura di Contratto di Quartiere. Un nodo da sciogliere che va letto su più piani, non soltanto su quello puramente urbanistico. Il presupposto infatti è considerare la “filosofia” e la ratio dei Contratti di Quartiere pensati per fornire servizi attraverso interventi di riqualificazione.
Sono passati diversi anni dall’ottenimento da parte del Ministero delle Infrastrutture di cospicui finanziamenti per il Contratto di Quartiere di Latina Scalo. L’allora amministrazione comunale rappresentata dal sindaco Vincenzo Zaccheo, avviò un percorso in perfetta sintonia con la Regione Lazio seguendo tutti i passi richiesti dalla conferenza di servizi all’accordo di programma e per ultimo il decreto del Presidente della Giunta Regionale il quale dopo avere condiviso il rilevante interesse pubblico degli interventi previsti nel Contratto di Quartiere –
(realizzazione della viabilità di collegamento tra via Epitaffio e il parcheggio della Stazione Ferroviaria; completamento della viabilità di collegamento tra via Epitaffio e via Tor Tre Ponti con annessi parcheggi; sistemazione della aree adiacenti al Fosso Cupido e realizzazione di una pista ciclabile; ampliamento di un tratto della sede stradale di Via dell’Olmo; riqualificazione di due piazze nel centro di Latina Scalo; realizzazione di una pensilina per fermata mezzi pubblici nel piazzale antistante la stazione ferroviaria; realizzazione di un centro polifunzionale adibito a servizi; sistemazione di via Parmenide e realizzazione di una nuova area adiacente; sistemazione della Fonte Cupido e della viabilità circostante; realizzazione di un edificio Erp da 12/15 alloggi da destinare alle forze dell’ordine con annessa caserma per i carabinieri.)
– emise il decreto per il Piano di recupero di Latina Scalo in variante al Piano Regolatore Generale come previsto dalle procedure regionali e nazionali.
“Nel momento in cui – commenta a riguardo l’ex sindaco Vincenzo Zaccheo – il commissario prefettizio annullava il contratto di quartiere di Latina Scalo, un altro ufficio della stessa amministrazione appaltava le opere in difformità al piano stesso. Va ricordato che oltre ai finanziamenti che provengono dai diversi enti coinvolti, il totale dell’indotto conseguente agli interventi di riqualificazione per la viabilità, servizi tra pubblico e privato, è valutato in 72 milioni di euro. Le proposte avanzate dal Comune di Latina furono considerate tra le migliori di Italia. Infatti, è così vera la bontà delle procedure attuate che Latina è stata l’unico capoluogo di provincia ad ottenere due finanziamenti per rispettivi Contratti di Quartiere – compreso quello per il Quartiere Nicolosi – per un totale di 23 milioni di euro. Questo considerando rispettivamente gli indotti dei Qdq ovvero 72 milioni di euro per Latina Scalo e 250 milioni per il Quartiere Nicolosi. Inoltre, nella fase istruttoria di entrambi i CdQ furono organizzati numerosi incontri pubblici che hanno coinvolto realtà associative, di categoria e cittadini e quindi sono stati espressi anche i loro indirizzi”
Il nodo della vicenda resta l’annullamento della Variante di Latina Scalo che ha portato anche all’annullamento del Contratto di Quartiere. Per l’ex sindaco di Latina Vincenzo Zaccheo il primo problema che si pone è quello legato alle competenze, non per quanto riguarda la Variante ma nello specifico il Contratto di Quartiere approvato seguendo l’iter con la Regione, Ente che comunque non viene chiamato in causa nel momento in cui il CdQ viene annullato. A tal riguardo esiste un precedente, quello del Ppe di Torvaianica alta. Il tar, in seduta collegiale, ha ritenuto in questo caso che la delibera del Comune di Pomezia, che ha annullato unilateralmente in via di autotutela la variante urbanistica approvata nel 2009 fosse affetta da vizi di illegittimità basandosi sul fatto che Il Piano Urbanistico approvato non sia un atto su cui il Comune possa esercitare autonomamente i poteri di autotutela. Ironia della sorte, decisione presa solo qualche ora prima rispetto a quella del commissario straordinario Barbato che lo scorso 24 maggio ha deliberato l’annullamento dei provvedimenti di Giunta relativi al Piano di recupero di Latina Scalo. “Per i motivi appena elencati – prosegue l’ex sindaco Vincenzo Zaccheo – chiedo a questa amministrazione di rivedere la posizione assunta dal commissario in relazione al Piano di recupero numero n. 1 di Latina Scalo al fine di continuare a garantire i relativi finanziamenti ottenuti evitando anche il rischio di eventuali contenziosi”. Un appello quindi quello dell’ex sindaco Zaccheo al sindaco in carica Damiano Coletta che suona come un campanello d’allarme sia per quanto riguarda la gestione dei fondi già ottenuti e che potrebbero essere persi con aggravi non indifferenti per le casse comunali, non soltanto per i Contratti di quartiere, sia per i potenziali contenziosi che nel caso specifico di Latina Scalo potrebbero aprirsi con aziende private incaricate dei lavori.