venerdì 19 Aprile 2024,

Cronaca

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Latina. Progetto Biblioteca, al caffè digitale, con la giornalista Natale

scritto da Redazione
Latina. Progetto Biblioteca, al caffè digitale, con la giornalista Natale

Alunni del biennio,dell’istituto agrario San Benedetto, hanno partecipato, per il Progetto Biblioteca, al caffè digitale con la giornalista Marilena Natale, che da due anni vive sotto scorta, minacciata di morte dal clan dei casalesi per i suoi articoli sull’interramento ed il traffico di rifiuti pericolosi nel Casertano. “Ti strapperemo il cuore” le hanno fatto sapere dal carcere. Ma Marilena è una donna e una giornalista coraggiosa e non ha mollato: “Io, da qui non mi muovo – ha detto – sono loro che se ne debbono andare”. Intervistata nell’aula magna dell’Istituto, ha saputo cogliere l’attenzione degli studenti parlando di don Peppe Diana, un sacerdote “scomodo” che per questo la camorra ha fatto tacere per sempre. O così ha creduto: “Morto per amore del suo popolo – ha detto Marilena Natale – ma sempre presente nel contesto sociale di Casale di Principe, anche attraverso l’istituzione delle ‘terre di don Peppe Diana’, confiscate alla malavita organizzata ed affidate a giovani che in questo modo possono sottrarsi al controllo della Camorra”. Inevitabilmente durante l’incontro si è parlato anche di un’altra morte misteriosa: quella del parroco di Borgo Montello don Cesare Boschin, ucciso in casa di notte, nel 1995, forse perché si interessava troppo dell’interramento di bidoni sospetti in un’area nei pressi della discarica del borgo.

Particolarmente toccanti le parole della giornalista campana, Premio Borsellino 2018, sulle conseguenze drammatiche dell’inquinamento da interramento e combustione di rifiuti in quella che per tutti è diventata la terra dei fuochi: “Ogni paese o città, in un’area che si estende tra le province di Caserta e Napoli ha la sua patologia tumorale prevalente, legata all’inquinamento. Ci sono tumori delle ossa che portano all’amputazione degli arti, tumori del sangue, di cui si ammalano soprattutto i bambini. Vederli così è una pena. E’ anche per questo che non riusciranno a farmi stare zitta. Quelle bare bianche chiedono giustizia”.
Salutando ha invitato i ragazzi a denunciare le piccole e grandi ingiustizie di tutti i giorni: “Per essere adulti e cittadini a pieno titolo”. Ed a studiare: “Perché la cultura è la migliore arma contro le mafie”.

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