venerdì 19 Aprile 2024,

Cronaca

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“L’affare rifiuti”

scritto da Redazione
“L’affare rifiuti”

Ci sono tante analogie nel Lazio tra quello che è diventato il più grande scandalo dei rifiuti della storia nella nostra regione e il settore dell’energia. Intanto un dirigente (arrestato) e un dirigente (indagato) per l’affare rifiuti sono due (dei 4) firmatari dello scandaloso parere emesso dalla Regione Lazio in merito alla centrale cancerogena a biomasse progettata nel comune di Pontinia. Scandaloso perchè cita che non si sono opposti e non hanno mandato osservazioni 3 comuni inesistenti che in realtà sono 3 frazioni (La Cotarda, Fossanova e Sonnino Scalo). Parere che comprende una serie di errori, dati incompleti, non attuabili e non corretti. Se la regione Lazio fosse una regione seria, se volesse effettivamente voltare pagina rispetto al malaffare che risulta dalle indagini ritirerebbe, oltre agli atti che, secondo l’accusa, sono illegittimi, anche molti altri palesemente sbagliati come quello che riguarda il progetto di Pontinia della centrale a biomasse. Risulta abbastanza difficile pensare che mentre certi dirigenti emanavano pareri illegittimi sul fronte dei rifiuti non potessero fare lo stesso in altri settori. Ma la vicenda energetica in provincia di Latina rappresenta altri aspetti poco chiari. Come quello della centrale a turbogas con tutte gli errori e le illegittimità segnalate nel 2013 dal comune di Aprilia che non sono state nemmeno recepite dalla solita Regione Lazio. Altri dubbi arrivano dalla miriade, dalle centinaia di progetti di inquinanti centrali a biogas e biomasse. Lo stesso ex assessore all’ambiente della provincia dichiarava che loro sono preoccupati per la libera informazione perché di centrali ne devono fare parecchie. Andando a leggere le numerose approvazioni e autorizzazioni si leggono diversi errori segnalati ma che non hanno portato a nessuna rettifica in autotutela. Atti notarili, disponibilità del suolo e certificazioni antimafia mancanti o errati o non più attuali. Con particelle non più esistenti. Senza contare che uno dei progettisti di queste centrali (o comunque collegato alle società che propongono questi impianti) risulta fermato con tangenti proprio per favorire la realizzazioni di centrali a biogas.

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