venerdì 06 Dicembre 2024,

Cronaca

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Il Gazzettino del Lazio delle ore 11.30

scritto da Redazione
Il Gazzettino del Lazio delle ore 11.30

L’On. Antonio Tajani (FI), Vice Presidente del Parlamento europeo, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano”, condotta da Gianluca Fabi e Livia Ventimiglia su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it).
Sul possibile ritiro di Bertolaso in favore di Marchini. “La notizia è totalmente infondata –ha affermato Tajani-. Il candidato di FI è Bertolaso, non abbiamo nessuna intenzione di spingerlo a ritirare la candidatura, anzi siamo impegnati per la sua campagna elettorale. Poi i giornali possono scrivere quello che vogliono. Abbiamo inviato a tutti i giornali il simbolo di FI con Bertolaso candidato sindaco, pure il giorno delle elezioni diranno che Bertolaso si ritira. Se poi qualcuno vuole fare un accordo con noi, porte aperte. Io credo in un centrodestra che vada da Storace a Marchini, ma non può essere Forza Italia a fare marcia indietro, perché siamo stati gli unici coerenti. L’accordo con Marchini secondo me si può fare, però con Bertolaso sindaco. Mi auguro che anche la Meloni si unisca, dato che è segretario di partito e fare entrambe le cose è difficile. Bertolaso può dedicare tutta la sua attività alla cura della città di Roma, non vedo altri candidati che possano farlo. Noi ci siamo fatti concavi e convessi pur di raggiungere un’unità del centrodestra, sono gli altri che hanno prima trovato un accordo e poi cambiato idea. La nostra prima scelta era Marchini, abbiamo rinunciato per l’unità del centrodestra e abbiamo fatto la scelta di Bertolaso che era stata condivisa da tutti. La Meloni doveva decidere all’inizio di fare il sindaco, noi all’inizio gliel’avevamo chiesto. Forse la sua candidatura dipende da ragionamenti politici legati al proprio partito. Io dubito che lei da segretario di partito possa fare anche il sindaco di Roma. Non mi risulta ci siano stati contatti formali con Marchini. Potrebbe essere il punto di collegamento tra il governo e Roma, tra l’Europa e Roma, Marchini può svolgere ruoli importanti all’interno della città. Anche Storace è un interlocutore importante, come lo è la Meloni”.
La Commissione antimafia dice che Bertolaso è in candidabile. “Non è la Commissione Antimafia che decide chi è candidabile o no -ha affermato Tajani-. In un Paese libero vale la presunzione d’innocenza. Poi che c’entra la Commissione Antimafia con reati che non hanno nulla a che vedere con la mafia. Non è il cittadino che deve provare la propria innocenza, ma l’accusa che deve provare la sua colpevolezza”.


Sergio Lo Giudice, Senatore del Pd, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano”, condotta da Gianluca Fabi e Livia Ventimiglia su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it).
Sulle riforme costituzionali. “Il mio interlocutore principale è il segretario del mio partito più che il capo del governo –ha affermato Lo Giudice-. Noi siamo arrivati all’appuntamento del voto finale sulle riforme con un voto quasi unanime del Pd. C’è stato solo un deputato alla Camera che non ha partecipato al. Tutte le anime hanno sostenuto questo progetto, dopo che si trovata una quadra rispetto alle proposte di modifica presentate da una parte del Pd, anche se non tutte. Quello che noi abbiamo detto è: ragioniamo assieme su come arrivare all’appuntamento del referendum di ottobre. Temiamo che si arrivi al voto sul referendum con un plebiscito che divida chi sostiene le ragioni del referendum e chi non le sostiene e che segni questi confini anche a livello politico. Ci sono sia nel Pd che fuori, tante persone perbene, un pezzo della sinistra italiana, le associazioni, i sindacati che saranno per il no. E invece ci sono i verdiniani e pezzi di FI che voteranno sì. Trasformare questa divisione per il sì e per il no nella grande divisione politica che sposta il baricentro delle alleanze del Pd da sinistra verso destra non ci piacerebbe per niente”.
Sul referendum di ottobre -ha spiegato Lo Giudice-, il Pd avrà un atteggiamento esattamente opposto a quello di domenica sulle trivelle. Chiamerà i cittadini a votare. E comunque non è previsto nessun quorum da raggiungere. Tra poche settimane noi dovremo chiamare i nostri elettori alle amministrative e il timore che si verifichi una scarsissima affluenza al voto è forte. Secondo me è sempre meglio che i partiti invitino i cittadini a votare, nel caso del referendum lasciando libertà di voto. Nel contesto del referendum sulle trivelle credo che sarebbe stato più saggio dire ai componenti del partito di decidere ognuno secondo le proprie convinzioni”.


REFERENDUM, GASPARRI A RADIO CUSANO CAMPUS: “NON SO ANCORA SE ANDRÒ A VOTARE, DEVO CAPIRE SE MI FA PIÙ SCHIFO RENZI O I COMUNISTI CHE INFESTANO I COMITATI DEL SÌ“. POI SU ZORO (RAITRE): “GLI HO CONSIGLIATO DI FARSI UNA DOCCIA, DEVE TRATTARSI MEGLIO…E POI È BRUTTA QUELLA MEZZA BARBA. CE L’HA ANCHE GIACHETTI, MI DISSE CHE LA TENEVA PERCHÈ PIACE ALLE DONNE“. INFINE SULLA ROMA: “SE PALLOTTA VENDE MI FACCIO CRESCERE I BAFFI
Il vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri è intervenuto questa mattina su Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano, nel corso del format ECG Regione, condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio.
Maurizio Gasparri non sa ancora se andrà a votare o meno domenica 17 aprile: “Se andrò o meno a votare domenica? Non ho ancora deciso perché la tentazione di favorire il quorum, che per Renzi sarebbe una sconfitta, è forte. Quando vedo però in televisione quelli dei comitati del sì, in cui ci sono alcuni rottami della sinistra scomparsi che ora tornano a farsi vedere, è più forte il ribrezzo. Deciderò domenica mattina se mi fa più ribrezzo o la compagnia di giro di rottami comunisti che infesta i comitati del sì. Guarderò le due fotografie e mi chiederò se mi fa più schifo Renzi o loro. A seconda della decisione, deciderò se andare a votare o meno, ovviamente non per il sì,  ma soltanto per favorire il quorum, è ovvio che il quesito nel merito è sbagliato e farneticante. Sono soldi buttati, il quorum è molto lontano“.
Gasparri è poi tornato sulla polemica che ha avuto qualche giorno fa con “Zoro”, conduttore di Raitre: Gli ho consigliato una bella doccia, basta vederlo, non è che dia una bella impressione così a guardarlo. Mi dà una impressione un po’ così, con quelle magliette, dovrebbe trattarsi meglio, con quella mezza barba, uno la barba o ce l’ha o non ce l’ha. Ha fatto una specie di finta lezione sul giornalismo, ma mi lascia perplesso“.
A proposito di barba, Gasparri svela un aneddoto che chiama in causa il vicepresidente della Camera, Roberto Giachetti: “Anche a lui qualche tempo fa chiesi come mai si tiene questa mezza barbetta. Non vi dico la risposta che mi ha dato, perché la smentirebbe. Usando un termine meno drastico del suo, mi ha detto che quel tipo di mezza barba facilità la sensibilità femminile. Domandatelo a Giachetti perché ha quella barbetta. Queste barbette danno il senso che uno ha in casa un rasoio poco affilato. Meglio una scelta più netta, come le barbe di Garibaldi o Giuseppe Verdi. Io con la barba? Mai avuta. Un tempo avevo i baffi, poi li ho tagliati prima di sposarmi, a mia moglie non piacevano“.
Infine una battuta sulla Roma:Se mi farei crescere la barba per uno scudetto della Roma? No, tanto ormai quest’anno è impossibile. Poi con Pallotta la vedo dura, dubito che si vinceranno gli scudetti. Mi farei crescere i baffi solo se Pallotta vendesse la Roma a un imprenditore più serio“.


Nino Marazzita (legale di Doina Matei) a Radio Cusano Campus: “Parole del padre di Vanessa dettate dal dolore, stendiamo un velo pietoso. Quando un ragazzo italiano uccise con un pugno una romena gli diedero 4 anni, a Doina non sono state concesse attenuanti, anche se solitamente le concedono per omicidi molto più crudeli. Giorgio Bocca mi disse che l’Italia è un paese fondamentalmente razzista. Politici come la Meloni fanno propaganda. Quando hanno trucidato Bachelet, la famiglia ha perdonato
L’avvocato Nino Marazzita, legale di Doina Matei, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano” condotta da Gianluca Fabi e Livia Ventimiglia, su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it).
Dopo le polemiche sulle foto in bikini postate su facebook, è tornata in carcere Doina Matei, la ragazza romena che il 26 aprile del 2007 uccise con un ombrello la 23enne Vanessa Russo. Il padre di Vanessa Russo ha chiesto la pena di morte per la Matei. “Sono parole incommentabili -ha affermato Marazzita-. Sono parole dettate dal dolore di un padre… Bisogna stendere un velo pietoso… Sulla pena di morte non c’è nulla da commentare. Si fa l’esaltazione della vita e poi si chiede la pena di morte. C’è stato un atteggiamento eccessiva prudenza da parte del giudice. Davanti a questa specie di esplosione mediatica, il giudice aveva intuito le conseguenze di una polemica senza fine in parte inutile, in parte strumentale, quindi ha sospeso temporaneamente questa semilibertà. Adesso vedremo se il tribunale di sorveglianza di Venezia vorrà interrompere il circuito di semilibertà o se invece lo ripristinerà, che aveva ottenuto dopo 9 mesi, dopo i pareri di tutti gli esperti. Doina aveva avuto delle relazioni straordinarie, per una capacità di reinserimento nella vita sociale assolutamente unica. In molti talk show si discute aprendo la bocca e dando fiato. Molti censori non sanno che quelle foto sono state scattate in un giorno di vacanza premio che aveva avuto Doina per buona condotta. Le era stato permesso un giorno di vacanza premio al mare. Quel giorno era il giorno della sua prima licenza premio. E’ stata la leggerezza di una ragazza che ha scoperto per un giorno la possibilità di fare ciò che fanno tutte le ragazze. Il grave comportamento censurato da mezza italia sciocca è questo. Una candidata sindaco di Roma (Meloni, ndr) da deputato dice di eliminare l’art. 27 della costituzione che presume che la pena deve essere afflittiva e non di recupero. O applichiamo l’art. 27 e ci ricordiamo che si vive in uno stato diritto, oppure si fanno discorsi del tipo fine pena mai, buttiamo la chiave, tutti slogan che non hanno né capo né coda. Il deputato ha fatto una piccola e strumentale campagna elettorale piena di frasi fatte e di demagogia. Era il suo primo giorno di felicità di giovane ragazza che non aveva avuto un’infanzia e una giovinezza. Io le dissi: ‘stai attenta perché la gente è sempre in agguato. Il sorriso visto dai genitori di quella povera ragazza che è morta può irritare e tu ricordati sempre di questo fatto e che l’Italia è un Paese che non concede il diritto all’oblio come invece capita in America’. Il processo penale è fatto non per tutelare le vittime, la vittima viene tutelata per il risarcimento del danno. Poi il proiettore nel processo penale è la persona che ha commesso il reato. Questa è una ragazza che a 15 anni ha avuto un figlio, a 17 anni ha avuto un altro figlio, poi è venuta in Italia a fare la prostituta, è la vita di una povera disgraziata di cui va tenuto conto. A questa ragazza non hanno dato le attenuanti generiche. Dopo alcuni mesi un italiano ha ucciso con un pugno una ragazza romena con dei figli e questa persona ha fatto 4 anni di carcere. Giorgio Bocca disse: non illudetevi, noi viviamo in un Paese fondamentalmente razzista e fascista. Quando hanno trucidato Bachelet, la famiglia è andata in chiesa dicendo che aveva perdonato chi lo uccise, c’è invece chi non si rassegna. Io non posso criticare nessuno di questi atteggiamenti”.


NETTUNO, PALOZZI-VERRELLI (FI): “VALERIO SCALIA COORDINATORE FI GIOVANI
Vogliamo rivolgere i nostri più sentiti auguri di buon lavoro a Valerio Scalia, nominato coordinatore di Forza Italia Giovani per la città di Nettuno. Conosciamo Valerio da tanti anni e con lui stiamo condividendo un percorso politico ambizioso e concreto che, siamo sicuri, ci vedrà grandi protagonisti al fianco del candidato sindaco, Rodolfo Turano, in occasione delle imminenti elezioni comunali di Nettuno. A Valerio Scalia, giovane leale e affidabile, dunque, facciamo un grande In Bocca al Lupo per il nuovo prestigioso incarico”. Così, in una nota, Adriano Palozzi, coordinatore FI Provincia di Roma, e Alessandro Verrelli, coordinatore FI Giovani Provincia di Roma.


Impresentabili; Fava (Vicepresidente della Commissione Parlamentare Antimafia) a Radio Cusano Campus: “Forza Italia dovrà spiegare perché ha deciso di candidare Bertolaso nonostante sia al di sotto della soglia stabilita dal Codice di autoregolamentazione“. Su Potenza: “Alla mia interrogazione il Parlamento ha risposto dopo un anno, ma dopo un giorno era già sulla scrivania dei lobbisti
Claudio Fava
, vice presidente della Commissione parlamentare Antimafia, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano”, condotta da Gianluca Fabi e Livia Ventimiglia su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it).
Sono una decina i comuni che la Commissione Antimafia ha intenzione di mettere sotto osservazione, tra questi anche Roma. “Nel codice di autoregolamentazione approvato dai partiti all’unanimità -ha spiegato Fava-, ci sono articoli nei quali si afferma che la Commissione è impegnata a verificare che i candidati rispondano alle condizioni proposte da questo codice. Quindi noi facciamo quello che il Parlamento ci chiede di fare. L’idea che si faccia una valutazione sulle liste a favore di qualcuno e contro qualcun altro è una caricatura di quello che stiamo facendo. La legge Severino prevede che i condannati, anche in primo grado, per una serie di reati, non possono essere candidati. Noi abbiamo proposto un codice di autoregolamentazione che alza l’asticella, rispondendo ad una richiesta di maggiore sensibilità etica da parte delle forze politiche. Questo codice prevede che sia sufficiente il rinvio a giudizio per alcuni reati, perché i partiti si impegnino a non candidare quelle persone. Naturalmente non possiamo escludere nessuno dalle liste, ma è compito nostro segnalare coloro che sono al di sotto di questa soglia. Compito dei partiti è non candidarli”.
Da Forza Italia dicono ‘Chissà quale effetto produrrà questo lavoro’… “Forza Italia -ha affermato Fava- non ha ben capito come funziona il nostro lavoro. E’ Forza Italia che si deve porre il problema di candidare chi è al di sotto di quelle condizioni ostative, non noi. Quando faremo una verifica sulle liste già presentate non potremo non prendere atto che alcuni candidati sono al di sotto di quella soglia. E’ responsabilità dei partiti spiegare perché hanno deciso di candidarli lo stesso. L’esempio più eclatante, poi probabilmente ne salteranno fuori anche altri, è quello di Bertolaso. Lui non è stato rinviato a giudizio soltanto per omicidio colposo, ma anche per corruzione, cioè una delle figure di reato che nel codice è prevista come ostativa. Bertolaso non dovrebbe essere candidato alla luce di questi fatti. Se Forza Italia lo candida se ne assume la responsabilità davanti all’opinione pubblica. Il lavoro di selezione devono farlo i partiti. Non siamo noi a rivelare che un candidato di trova in condizioni ostative, si sa già”.
Il caso De Luca. “Il livello più alto di responsabilità è in capo agli elettori -ha spiegato Fava-. Il caso di De Luca è un caso non particolarmente drammatico, nel senso che si tratta di reati gravi ma non di mafia. Ricordo che qualche anno ci furono elezioni in cui candidati dichiarati ineleggibili e cacciati via dai consigli regionali, che si ricandidavano sapendo che non potevano essere eletti, ma solo per una dimostrazione di forza. Il problema non è il signore che si candida pur avendo precedenti penali che impediscono la sua candidatura, ma sono i 5000 cittadini che lo hanno votato e che ritengono che nella selezione del ceto politico debba prevalere un ragionamento sulla forza più che sulla qualità, sulla furbizia più che sulla trasparenza, sul senso di appartenenza e di amicizia più che sull’autonomia politica”.
In merito all’inchiesta di Potenza legata all’imprenditore Gianluca Gemelli e al riferimento all’interrogazione parlamentare presentata dallo stesso Fava. “Gemelli mi fa pensare ad Alberto Sordi –ha affermato Fava- nel senso che si risponde con una pernacchia a chi ha ragionamenti così raffinati e poi va a raccattare emendamenti attraverso la fidanzata ministro per far marciare i suoi affari, che sta lì nel quartierino a brigare su nomine e appalti e come il vedovo di Sordi ha bisogno che la fidanzata più autorevole gli spiani la strada. E’ una commedia all’italiana, solo che non è commedia, ma rischia di diventare farsa o tragedia. La cosa che mi ha dato maggiormente fastidio è che questi raccattino 4 luoghi comuni in giro e li facciano diventare ragione di una loro invettiva telefonica. La mia interrogazione è stata un atto ispettivo in cui chiedevo al ministro di chiarirmi alcune opacità nei passaggi sul più importante porto industriale d’Italia. Questa interrogazione non ha avuto risposta per un anno, fino a ieri. Dopo un’ora la mia interrogazione era già sulla scrivania dei signori del quartierino, che decidevano cosa fare, come parare il colpo. Per un anno dal governo non è arrivata una parola, ma dopo un giorno chi doveva sapere ha saputo e si stava attrezzando. Questo è imbarazzante, fa capire quanto poco rispetto ci sia per il Parlamento e quanto invece ce ne sia nei confronti dei lobbisti. Su questa vicenda si sono mossi tutti, da Confindustria a questo faccendiere Gemelli, mentre dal Parlamento una risposta è arrivata solo un anno dopo, quando se n’è occupata la stampa”.


IL DIVINO OTELMA A RADIO CUSANO CAMPUS: “IL MOVIMENTO CINQUE STELLE VINCERÀ LE ELEZIONI, GRILLO VIVRÀ ANCORA A LUNGO. IO SO PERFETTAMENTE IL GIORNO IN CUI MORIRÀ E COME PASSERÀ A MIGLIOR VITA. MA È UNA DATA LONTANA
Il Divino Otelma è intervenuto questa mattina su Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università degli studi Niccolò Cusano, nel corso del format ECG Regione, condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio.
Otelma ha detto la sua sul referendum: Alla consultazione di domenica non si arriverà al quorum, ma tra i votanti vincerà il sì e questo sarà comunque un duro colpo per Renzi, che io chiamo da tempo il duce puffo. Perderà invece il referendum costituzionale, questo è scritto, ma sappiamo già che tradirà la sua parola e dopo aver perso il referendum costituzionale non si dimetterà. Dirà che il popolo gli chiede comunque di restare e quindi troverà una scusa per non dimettersi. Verdini continuerà a fiancheggiarlo, sono il gatto e la volpe che collaborano uno con l’altro per restare attaccati al cadregone. Io gufo? No, noi siamo dei profeti, non gufi“.
Secondo Otelma il Movimento Cinque Stelle non risentirà dell’uscita di scena di Casaleggio: “Se si votasse oggi vincerebbe il Movimento Cinque Stelle, questo lo vediamo chiaramente scritto. Renzi sta per precipitare, fa promesse che non può mantenere, distribuisce soldi che non ha e quindi prima o poi il destino gli presenterà il conto. Renzi è narciso che tutte le mattine si colloca davanti allo specchio e si dice “quanto sono intelligente, quanto sono furbo, quanto sono servi quelli che sono attorno a me”. Neanche se mi chiamasse e mi chiedesse aiuto potrei redimerlo. Il potere è il suo vero sangue. Il movimento Cinque Stelle supererà questo delicato momento. Il Movimento è incarnato in Grillo, non è mai stato Casaleggio. Finché c’è Grillo, il Movimento Cinque Stelle non potrà che crescere. E Grillo vivrà ancora a lungo“.
A questo punto, Otelma si è lanciato in una previsione particolare: Finché c’è Beppe Grillo il vero punto di riferimento è lui. Ha ancora davanti una vita piuttosto lunga, ne siamo sicuri. Sappiamo quanto vivrà, certamente alle prossime elezioni politiche sarà perfettamente all’opera e pimpante. Noi sappiamo la data esatta in cui morirà Beppe Grillo, conosciamo perfettamente tutto, lo monitoriamo da diversi anni, ci incontrammo tantissimi anni fa in un noto locale. Sappiamo benissimo come e quando morirà, mancano ancora tanti anni. Anche Hitler aveva il suo astrologo, quando gli inglesi lo hanno saputo ne hanno assoldato un altro a Londra per cercare di capire cosa prevedesse l’astrologo di Hitler“.


L’Avvocato Luca La Tanza, legale di Michele Misseri, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Legge o giustizia” condotta da Matteo Torrioli su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it).
Gli sviluppi del processo. “Io mi sono ritrovato a difendere Michele Misseri quando già si autoaccusava dell’omicidio della nipote Sarah Scazzi -ha spiegato La Tanza-. Al termine del procedimento di primo grado, Misseri è stato condannato a 8 anni per soppressione di cadavere. Io ho garantito a Misseri la difesa strettamente tecnica, nel senso che non faccio nulla per andare contro la sua tesi ma non posso ovviamente neanche dire che è stato lui a commettere l’omicidio. Quindi io lo difendo dall’accusa di soppressione di cadavere. La mia linea difensiva mira a cercare di trasformare il reato da soppressione ad occultamento, che prevede una pena massima di 3 anni, mentre la soppressione di 10 anni”.
Cassazione. “Dal 1 febbraio -ha spiegato La Tanza- sono ripresi a decorrere i termini per la decadenza delle misure cautelari per tutti gli imputati, da Cosima e Sabrina fino a Michele, che scadranno ad ottobre prossimo. Una volta che verranno depositate le motivazioni della sentenza di appello, bisognerà fare le notifiche a tutte le parti. Una volta che tutti avranno le notifiche ci saranno 45 giorni per presentare ricorso in Cassazione. Di conseguenza i ricorsi dovranno essere inviati a Roma e Roma dovrà fare le notifiche per la fissazione per l’udienza. Se si riesce ad avere l’udienza di Cassazione entro ottobre c’è la possibilità di avere la parola fine, ma se non si riesce tutti gli imputati al processo in Cassazione arriveranno liberi”.


Il caso di Tony Drago, 25enne militare siracusano trovato senza vita nella caserma capitolina dei Lancieri di Montebello la notte tra il 5 e il 6 luglio 2014. A giudizio degli inquirenti, la morte sarebbe dovuta alla deliberata volontà della vittima. Il gip Angela Gerardi ha respinto la richiesta di archiviazione  avanzata dalla Procura di Roma dando ragione, almeno per ora, alla famiglia del ragazzo. Sulla schiena del militare infatti, c’erano dei segni descritti come «ampia lesione escoriata estesa a tutta la superficie cutanea di forma irregolare e delle dimensioni di cm 45 x 10», non compatibili con la caduta. Sul collo, altresì, ulteriori graffi, ma non vennero presi in considerazione.
L’avvocato della famiglia Drago, Dario Riccioli, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “La storia oscura”, condotta da Fabio Camillacci su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it). “La nostra tesi è chiara -ha affermato Riccoli- non è possibile che Antonino Drago si sia lanciato dalla finestra dalla caserma, perché quel tipo di lancio è incompatibili con qualunque tipo di lancio effettuabile da una persona normale, che non sia un supereroe della Marvel. Abbiamo dimostrato, al di là di ogni ragionevole dubbio, che da un’altezza di 10 metri e 60cm è impossibile raggiungere una distanza dalla palazzina di 5 metri e 83. Abbiamo simulato il lancio da un’altezza di 10 metri e 60cm in piscina e il nostro tuffatore professionista ha raggiunto una distanza massima di 3 metri e 68, ben inferiore a 5 metri e 83. Sono emerse anche altre stranezze… Innanzitutto nei bagni in disuso è stata trovata una sedia sulla parte sinistra del davanzale della finestra, sono stati rinvenuti dei mozziconi di sigaretta della stessa marca di quelle che fumava Antonino Drago. La finestra ha un’altezza massima di 1 metro e 71. La sedia è sul lato sinistro del davanzale, il cadavere è stato trovato tutto a destra, a una distanza di 1 metro e 91cm dalla perpendicolare della finestra e con una rotazione rispetto alla finestra stessa di circa 80 gradi in senso antiorario. E’ un lancio che è impossibile fare da quella finestra. Quella distanza si sarebbe potuta raggiungere se il lanciatore avesse raggiunto una velocità di crociera di 12km/h, cosa impossibile perché nel momento in cui utilizzi la sedia come punto d’appoggio per effettuare il lancio, nel momento in cui poggi la gamba scarichi tutta l’energia cinetica sulla sedia e quindi parti da una velocità pari a zero. Ci domandiamo per quale motivo qualcuno si è preoccupato di simulare un suicidio in questo modo. Chi aveva interesse a farlo?”.


I VERI PADRONI DEL MONDO SONO QUELLI DELLA COMMISSIONE TRILATERALE CHE SI RIUNISCE DOMANI A ROMA. LORO CHIAMANO RENZI E GLI DICONO COSA FARE. SONO PREOCCUPATI, PERCHE’ HANNO CAPITO CHE È UN PO’ UN CAZZARO“. BIANCONI SHOW A RADIO CUSANO CAMPUS
Maurizio Bianconi, deputato di Conservatori e Riformisti, è intervenuto questa mattina su Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano (www.unicusano.it), nel corso del format ECG Regione, condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio.
Bianconi ha preso in giro Renzi, definendolo uno speaker di campagna: Renzi è un campagnolo, si vede da come si muove, da come si veste, da come si atteggia, è un contadinello rifatto. E’ un contadino che vuol fare il ganzino, con le mani in tasca, beffardo. Lo vedete come si muove, non è mai naturale, non è mai disinvolto, sempre fuori le righe. Non mi ricorda un ragazzo di campagna di Pozzetto, ma i ragazzi di campagna di casa mia. Cerca di darsi un tono, è impacciato, si da un tono e non ce l’ha, non ha la classe naturale di Alfio, insomma. Nemmeno io sono bello, ma il mio è un limite fisico, il suo è un limite comportamentale“.
Bianconi, poi, ha parlato di quelli che, secondo lui, sono i veri padroni del mondo:  “Nessuno si accorge che da domani si riuniscono in Italia i nostri veri padroni. Nessuno ne parla. I veri padroni dell’Italia si riuniranno in un albergo nella cosiddetta commissione trilaterale. Non sono un complottista, non c’è nessun complotto. La commissione trilaterale è una commissione nella quale i maggiori finanzieri del mondo, i maggiori quattrinai del mondo, d’America, Europa e Giappone si riuniscono per discutere del futuro del pianeta. Sono loro che decidono cosa si fa. In tutto il mondo a decidere le sorti del pianeta sono 200 persone. Ritengono che il mondo debba essere gestito fuori dagli schemi delle nazioni, fuori dagli impicci della democrazia e attraverso il discorso del libero mercato la finanza deve fare la politica. Non a caso sono venuti in Italia a discutere del futuro dell’Italia in Europa. Il penultimo presidente del consiglio italiano fa parte della commissione trilaterale, il penultimo anche, la presidente della Rai ne fa parte, hanno il potere politico e quello della comunicazione e dentro ci sono anche tutti i maggiori banchieri italiani. Loro decidono, poi chiamano Renzi e gli dicono che cosa deve fare. Ma anche loro, ora, hanno capito che Renzi è un po’ cazzaro e quindi stanno decidendo che cosa devono fare. Questi e il circolo Bilderberg, che conta un po’ meno, sono i veri padroni del mondo“.

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