giovedì 18 Aprile 2024,

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Gazzettino del Lazio delle ore 16.30

scritto da Redazione
Gazzettino del Lazio delle ore 16.30

Andrea Zappacosta, presidente del movimento giovanile Azzurra Libertà, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano”, condotta da Gianluca Fabi e Livia Ventimiglia su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it).
I giovani di Forza Italia dicono addio a Silvio Berlusconi. Il Movimento giovanile “Azzurra Libertà”, formato da circa 3 mila ragazzi tra i 18 e i 28 anni, nei giorni scorsi ha annunciato la separazione dalle linee di Forza Italia. “Noi eravamo gli animatori degli eventi di Forza Italia e riempivamo le sale di FI –ha affermato Zappacosta-. Noi eravamo il contenitore del rinnovamento, penso sia un danno enorme per Forza Italia il nostro addio. E’ tutta una cosa di facciata il tema del rinnovamento nel partito. C’è una diversità tra quello che Berlusconi dice in pubblico e quello che effettivamente fa in privato. Davanti alle telecamere afferma che vuole rinnovare il partito, invece c’è maggiore attenzione alle sue rendite di posizione e a quelle dei suoi dirigenti, piuttosto che a un sano sviluppo del partito. Ci siamo resi conto che era totalmente inutile continuare a far spendere ai nostri giovani energie e denaro. FI è un partito totalmente fondato sugli interessi privati di Berlusconi. Noi siamo dei ragazzi che si erano avvicinati ad un leader che rappresentava un certo modello di società. Noi sposavamo la sua causa quando diceva che ce l’avevano tutti con lui: la Magistratura, i comunisti, ecc…. Poi, stando a stretto contatto con lui, ci siamo resi conto che ciò che raccontavano all’esterno era tutto vero”.
FI è il peggior posto in cui un giovane possa esprimere la propria attività politica –ha aggiunto Zappacosta-, perché dei giovani non frega niente a nessuno, gli interessa solo il mantenimento dello status quo. Quando hanno capito che noi facevamo sul serio, qualcosa è andato storto e gli siamo diventati antipatici. Un’altra delle motivazioni che ci hanno portato a lasciare FI è che non vogliamo un centrodestra a trazione leghista lepenista. Ormai Fi è al traino della Lega. Noi vogliamo un progetto alternativo che sia fuori da estremismi di destra e di sinistra. Sogniamo un centrodestra moderato. Noi abbiamo già preso una posizione su Marchini. A Roma il nostro sostegno va sicuramente a questo progetto, che avevamo sposato fin da quando stavamo in Forza Italia. Berlusconi inizialmente aveva indicato Marchini, poi forse è stato tirato per la giacchetta da altre anime di FI e ha cambiato idea. Riteniamo che un esperimento civico che cerchi di coinvolgere le migliori forza politiche e che si basi sulla concretezza, sia il più adatto a Roma. Noi siamo stati fedelissimi a Berlusconi, ma quando gli ponevamo le nostre problematiche lui non ci ha mai ascoltato. Siamo giovani emergenti, differenti dai vari Alfano e Fitto che dovevano qualcosa a Berlusconi, noi invece non gli dobbiamo niente, semmai è lui che deve qualcosa a noi. Non abbiamo mai chiesto nulla. Volevamo davvero rilanciare FI, il problema è che molti preferiscono una Fi al 4-5% ma che garantisca poltrone ai soliti noti”.


STORACE A RADIO CUSANO CAMPUS: LE CONSULTAZIONI DI SALVINI DECRETANO LA BOCCIATURA DEFINITIVA DI BERTOLASO, ANCHE SE FORZA ITALIA HA INVITATO GLI ATTIVISTI AD ANDARE A VOTARLO. ORA SI FACCIANO PRIMARIE VERE. IO VOGLIO ARRIVARE AL BALLOTTAGGIO, FORSE PIVETTI NELLA MIA SQUADRA. RAGGI? SBAGLIATO ATTACCARLA PER AVER LAVORATO NELLO STUDIO DI PREVITI.
Francesco Storace, leader de La Destra e candidato sindaco alle elezioni comunali a Roma, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Ecg Regione”, condotta da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it).
Le primarie del PD? Almeno in tv, sono una noia. Datemi quei candidati, me li magno, come diceva Alberto Sordi” ha detto Storace.
Sui gazebo della Lega. “Non le chiamo Salvinarie –ha affermato Storace-, perché sembra si vogliano derubricare come un qualcosa di folkloristico, invece è sbagliato. Le persone che sono andate a votare sono certamente di più rispetto ai 3 di Palazzo Grazioli. Forza Italia ha mandato sms ai dirigenti e ai militanti per dirgli andare ai seggi a votare Bertolaso. Ho letto anche gli sms mandati dalla Pivetti, quindi gli altri candidati giustamente si sono molto mobilitati per questa consultazione. Il voto ha decretato in maniera definitiva la bocciatura di Bertolaso, che è arrivato quarto in una consultazione popolare convocata da uno dei leader del centrodestra. Salvini dice che bisogna andare uniti e che devono vedersi i primi 4 classificati. Se Marchini convoca una riunione per me va bene. Ho l’impressione che nessuno autorizzerà Bertolaso ad essere presente. E’ Salvini che deve decidere cosa fare con questa vicenda. L’unica cosa vera è che si fa di tutto tranne che candidare l’unico che nel centrodestra c’è stato, cioè io. Io senza aver mobilitato nessuno ho preso 3000 voti. C’è una base elettorale che si mobilita, io non sottovaluto affatto questo voto.”
Per Francesco Storace si fa ancora in tempo a fare le primarie del centrodestra: “Se convocano le primarie vere, si fanno regole condivise, si va al voto e chi vince vince. Altrimenti si considerano vere quelle dell’altro giorno e si candida Marchini. Se non vale l’una e non vale l’altra, domenica ci vediamo e vi spiego perché è tutta una buffonata e io vado alle elezioni per arrivare al ballottaggio e vincere al ballottaggio. Entro sabato devono dire quello che hanno intenzione di fare questi signori sconclusionati che stanno indispettendo i cittadini. Io ho chiesto semplicemente elezioni primarie, non si sono fatte, ora che si sono fatte si dice che non valgono. La buffonata è all’interno del centrodestra, non le primarie. Sono andate a votare 15mila persone, non puoi dire che hai scherzato. La domanda è: da me cosa vogliono? Qualcuno deve spiegarmi qual è il perimetro del centrodestra. Secondo la Meloni il centrodestra è lei Berlusconi e Salvini. E Salvini prevede anche me e Marchini. Bisogna capire chi è che deve stare in questa coalizione. Se la gente esprime il consenso verso di me perché lo devono rifiutare. Domenica al teatro Quirino parte la mia campagna elettorale. Ci sarà tantissima gente. Nel giorno delle primarie del Pd, lanceremo la sfida a Renzi e i suoi candidati“.
Da Storace un commento sulla candidatura del Movimento Cinque Stelle: “La candidatura della Raggi? La rispetto, anche se la vedo ancora molto generica nei contenuti. Sbaglia chi l’attacca sulla vicenda Previti, ma chi se ne frega dove ha lavorato da ragazzina. La Pivetti dice che devo cantarle ‘O mia bella madunina’? Basta che lei me canta Roma non fa la stupida. Lei nella mia squadra? E’ stata mia presidente della camera nel 94, vediamo…”.


Peter Gomez, direttore de Ilfattoquotidiano.it, è intervenuto questa mattina su Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano (www.unicusano.it) , nel corso del format ECG Regione, condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio.
Gomez ha detto la sua sulla vicenda Vendola:Dal punto di vista etico e morale è legittimo che ognuno la pensi come vuole ed è normale che ci siano forti perplessità pensando a una madre che poi scompare. E’ anche vero, però, che dobbiamo prendere atto che questa situazione esiste. Ci sono vari paesi nel mondo in cui questo è consentito. La domanda è: cosa facciamo a chi si rivolge a questo tipo di maternità? Per prima cosa dobbiamo pensare al bene del bambino, che non può finire in orfanotrofio o essere affidato ad altri. E poi è vero che oggi le norme in Italia non permettono di punire reati commessi all’estero, ma chi invoca pene più severe invoca tutto questo. Vogliamo mandare in prigione qualcuno per un atto d’amore? Il problema è che generalmente chi si può permettere questo tipo di maternità sono solo i ricchi. Secondo me il legislatore dovrebbe fare un ragionamento volto a tutelare l’amore nei confronti del bambino, anche se capisco tutte le perplessità dal punto di vista etico“.
Gomez, poi, ha detto la sua sulle elezioni amministrative che si svolgeranno a Roma: “Quando Berlusconi ha candidato Bertolaso mi sono chiesto se volesse perdere. E’ un candidato perdente e mi stupisce molto Giorgia Meloni. Fratelli D’Italia in questi anni ha cercato di differenziarsi dal berlusconismo, pensa sinceramente Giorgia Meloni che vedere il suo nome associato a Bertolaso dia una buona impressione agli elettori? E’ molto probabile che a Roma sia centrodestra che centrosinistra perdano, hanno governato così male nelle ultime amministrazioni che i romani se lo ricordano. Certamente tutti si fregano le mani davanti a un possibile sindaco a cinque stelle, perché Roma senza un appoggio diretto da parte del Governo è molto difficile da recuperare“.
Gomez, poi, dice la sua sulla candidatura di Virginia Raggi:Virginia Raggi non la conosco, l’ho vista un paio di volte in televisione e mi fa una buona impressione. La domanda che si pone Marco Lillo non è una critica rispetto al fatto che lei avesse fatto il praticantato allo studio di Previti. E’ vero che quando uno fa il praticantato si limita ad andare nelle cancellerie e nei tribunali. La domanda che si pone Lillo è diversa e legittima. Lillo dice: se nel 2013, quando Virginia Raggi si candidò per la prima volta in Comune, fosse stato scritto che aveva fatto praticantato nello studio di Previti, sarebbe riuscita ad essere eletta in Comune? Forse no. Questo pone un dubbio che non è un dubbio giustizialista. Come ci si deve comportare in questi modi, quando rappresenti una forza politica che rivendica il dovere della trasparenza? Non è giusto considerare queste riflessioni come un attacco. Noi tutti abbiamo il dovere di ragionare sulle cose, di dircele. Se chi vota Movimento Cinque Stelle respinge questi ragionamenti perché possono danneggiare il suo candidato, fa torto a quelli che il Movimento Cinque Stelle considera i principi ispirativi della sua nascita“.


Maurizio Sacconi, Senatore di NCD, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano”, condotta da Gianluca Fabi e Livia Ventimiglia su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it).
Sacconi è stato molto critico con il suo partito dopo il voto di fiducia al governo sulle unioni civili.Voglio riflettere sulle conseguenze di questo voto –ha affermato Sacconi-. Considero con preoccupazione l’involuzione che è in atto nella sinistra politica. Il PCI era guidato da un gruppo dirigente di atei, che però erano attenti al senso comune del popolo e ai principi della tradizione. Invece oggi il PD è guidato da un gruppo dirigente di cattolici che paradossalmente lo hanno trasformato in un partito radicale di massa che vuole mettere in discussione i principi della nostra tradizione, quelli della vita, della famiglia. La legge Cirinnà è straordinariamente ideologica. Sarebbe stato sufficiente mettersi d’accordo sulle unioni civili per le coppie etero e omosessuali e invece si sono voluti dei simil matrimoni e si è aperta la strada al riconoscimento dei figli di coppie omosessuali. Capisco la soddisfazione di Alfano per lo stralcio della stepchild adoption, ma io vado oltre la convenienza tattica e il risultato di una giornata, guardo alla prospettiva. Credo che in prospettiva sia necessario organizzare un’offerta politica ferma sui principi della tradizione. Con il rifiuto della fecondazione assistita, dell’eutanasia, delle bio banche, il centrodestra aveva unito la società su questi principi. Ma il declino del centrodestra ha significato anche il declino di questa identità. C’è una grande parte della popolazione che rifiuta la genitorialità omosessuale perché ha una certa idea della vita e della famiglia. Questa grande componente della società italiana in questo momento non ha un’adeguata rappresentanza politica. Intorno a questi principi va ricostruita una rappresentanza politica. Non penso che ci sarà vitalità economica, sociale e democratica senza il riconoscimento di questi principi. Voglio essere soltanto utile per fare in modo che si riapra una riflessione nel centrodestra, che si riapra una riflessione sui principi che da questa stessa area politica erano stati messi in discussione. NCD deve riflettere su questo. I principi non sono negoziabili. Quello che è importante è ristabilire il nesso tra i valori della vita e della famiglia e il vitalismo economico e sociale. Vorrei un’area politica che rappresenti quella grande popolazione che si è recata a Roma per il Family day, a proprie spese, in maniera spontanea. Loro hanno testimoniato la validità di questi principi”.

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