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Gaeta. Il patrimonio storico della città si arricchisce di tre immobili

scritto da Redazione
Gaeta. Il patrimonio storico della città si arricchisce di tre immobili

Dalla storia nuovi preziosi doni alla città di Gaeta: tre immobili del patrimonio pubblico sono stati riconosciuti di interesse storico – artistico, con decreto del Ministero dei Beni, delle Attività Culturali e del Turismo, ai sensi dell’art. 10, comma 1 del Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 e ss.mm.i.i. Grazie all’interessamento dell’Amministrazione Comunale, guidata dal Sindaco Cosmo Mitrano, gli immobili denominati “Cappello Napoleonico” e “Padiglione San Biagio” di proprietà comunale, e “l’Ex Caserma Mameli” appartenente al demanio dello Stato, tutti ubicati nello storico quartiere di Gaeta Medievale, sono diventati parte integrante del patrimonio storico – artistico cittadino. Piena soddisfazione è espressa dal Sindaco Mitrano che dichiara “Dalla nostra storia e dalla sua tutela e valorizzazione dobbiamo trarre importanti input per la ripresa di Gaeta. La sfida, che i tempi critici ci impongono perché si determini un nuovo sviluppo del tessuto culturale, sociale, economico – imprenditoriale cittadino, si vince puntando sul nostro glorioso passato e sulle sue tracce preziose, gelosamente custodite nel nostro territorio. Stiamo lavorando alacremente ad azioni di marketing territoriale che hanno quale punto focale le bellezze storiche, artistiche e paesaggistiche della città e la loro rivalutazione e riqualificazione. Il successo della seconda edizione di Vivil’Arte, conclusasi recentemente con un ampio consenso di pubblico, ne è un’importante testimonianza. Determinante per il perseguimento degli obiettivi enunciati è sicuramente la cura e la tutela del nostro patrimonio storico – artistico, ed anche su questo fronte siamo fortemente impegnati“. “Il Cappello Napoleonico“, sito in Via Angioina 23, ai piedi della scalinata di San Francesco, è un edificio così denominato per la sua forma allungata, utilizzato in passato come ufficio pubblico, risalente alla metà dell’800. Il fabbricato è composto da un unico piano con due entrate: un accesso pedonale ed un altro carrabile. La facciata presenta elementi architettonici di pregio: è scandita da lesene con capitelli ionici e finestre, due colonne con capitelli ionici che inquadrano il portone, un basamento con riquadri e trabeazione. L’immobile fa parte dell’architettura militare di Gaeta dei primi del Novecento. Notizie del suo utilizzo sono rintracciabili sul libro di Nicola Magliocca “Usi e Costumi del Popolo Gaetano“. “Il Padiglione San Biagio” apre Via Annunziata e fu in passato sede dell’Ufficio del Genio Militare, sezione di Gaeta. La costruzione risale presumibilmente al periodo tra il ‘700 ed il ‘900 ed è così denominato poiché era una struttura adiacente alla Chiesa di San Biagio. Di questa oggi resta solo parte della pala dell’altare, addossata alla parete laterale del fabbricato, in quanto la chiesa, pericolante a seguito dei bombardamenti della seconda guerra mondiale, fu demolita. L’immobile è composto da tre piani e presenta facciate ed elementi architettonici di valore, in particolare il portone principale è incorniciato da quattro colonne con capitelli dorici sormontati da triglifi e metope lisce e mensola centrale. L’Ex Caserma Mameli, in Via Annunziata n. 31, risalente al periodo tra il ‘700 ed il ‘900, si compone di due piani. Il portone centrale è incorniciato da paraste con capitelli, trabeazione e timpano finale con uno stemma in stucco bianco al centro. Sullo stesso portone, al primo piano vi è un balconcino su mensola, con balaustra in ferro con stella a cinque punte. Sulle estremità della facciata, al primo piano, ci sono due colonne rosse, una per lato. L’edificio, prima Caserma Mameli (ex Principe di Piemonte), è stato utilizzato a lungo come Circolo Sottufficiali. Sulle mappe catastali storiche viene definito “Padiglione Riserva”. I tre immobili, riconosciuti di interesse storico – artistico, sono sottoposti a tutte le disposizioni di tutela contenute nel Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 e ss.mm.i.i. Di conseguenza sono assoggettati a vincolo di conservazione allo stato attuale di tutte le parti che li compongono per mantenere il carattere dell’ambiente architettonico ed urbanistico. Eventuali interventi di sistemazione, restauro conservativo e bonifica richiedono il preventivo benestare della Soprintendenza ai Monumenti.

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