Mentre buona parte del mondo balneare continua a raccontarsela tra un convegno e una sagra, applaudendo i soliti “esperti” e “politicanti” che promettono miracoli in riva al mare, sulle concessioni balneari il Consiglio di Stato — quell’organo che molti addetti ai lavori bollano come “sovversivo e malintenzionato” — ha deciso di fare un po’ di pulizia giuridica.
Con la sentenza n. 8024 del 14 ottobre 2025, i giudici di Palazzo Spada hanno infatti messo la parola fine a decenni di interpretazioni fantasiose e teorie da ombrellone, recependo in pieno la pronuncia della Corte di Giustizia Europea (C-598/22 dell’11 luglio 2024).
il risultato? Una bomba giuridica che fa tabula rasa di molte delle “verità” ripetute da anni: da Salvini a De Pascale, passando per le sigle sindacali di categoria come Sib, Fiba, Cna Oasi e Confartigianato.
1️⃣ Le concessioni demaniali non sono rendite di posizione. Devono restare precarie e revocabili: lo dice la legge, lo ribadisce l’art. 49 del Codice della Navigazione.
2️⃣ I concessionari sapevano benissimo a cosa andavano incontro. Il diritto di insistenza non esiste più e il carattere “temporaneo” era scritto in chiaro già nei contratti originari.
3️⃣ Gli indennizzi? Potevate negoziarli. Lo dice la Corte: la legge non lo vietava. Se non l’avete fatto, non è colpa dello Stato.
4️⃣ Alla fine della concessione, lo Stato incamera tutto automaticamente. Niente proroghe, niente scuse. I manufatti diventano pertinenze demaniali per effetto della legge, punto.
5️⃣ Unica eccezione: casi singoli, valutati uno per uno, in cui si possa dimostrare un investimento non ammortizzato e condiviso col nuovo concessionario.
6️⃣ Tutte le proroghe sono illegittime. Ogni rinnovo automatico è contrario al diritto europeo. E chi ha concesso proroghe, ora, potrebbe doverne rispondere.
La sentenza completa è consultabile sul portale della Giustizia Amministrativa: www.giustizia-amministrativa.it
Roberto Biagini – 15 Ottobre 2025
*Dal sito internet Chiamamicittà.it
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