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Cisl medici scrive al Ministro dell’Interno:basta aggressioni agli operatori sella sanità

scritto da Redazione
Cisl medici scrive al Ministro dell’Interno:basta aggressioni agli operatori sella sanità

Ministro dell’Interno

 

gabinetto.ministro@pec.interno.it

 

 

S.E. Prefetto di Frosinone Dott. Ignazio Portelli

S.E. Prefetto di Latina Dott.ssa Maria Rosa Trio

S.E. Prefetto di Rieti Dott.ssa Giuseppina Reggiani

S.E. Prefetto di Roma Dott.ssa Gerarda Pantalone

S.E. Prefetto di Viterbo Dott. Giovanni Bruno

urp.pref_frosinone@interno.it

urp.preflt@pec.interno.it

urp.pref_rieti@interno.it

protocollo.prefrm@pec.interno.it

urp.pref_viterbo@interno.it

 

 

Dott. Alessio D’Amato

Assessore Sanità e integrazione Socio-Sanitaria

Regione Lazio

ass.sanita@regione.lazio.it

 

 

oggetto: Allerta sicurezza per le sempre più frequenti aggressioni a medici ed operatori del Pronto Soccorso e delle strutture sanitarie.

 

 

La Cisl Medici Lazio, nella persona del suo segretario generale Dott. Luciano Cifaldi, elettivamente domiciliato presso la sede di via Giovanni Amendola 46 – 00185 Roma, chiede all’Ill.mo Ministro degli Interni ed alle Loro Eccellenze le Signore ed i Signori Prefetto dei capoluoghi di provincia della Regione Lazio di ripristinare ovvero di attivare ex novo i posti fissi della Polizia di Stato all’interno degli ospedali.

 

I sistemi di controllo interno ed un possibile servizio di security non sono sufficienti a garantire protezione e sicurezza da intrusioni ed aggressioni.

La sicurezza non può essere garantita in maniera esclusiva dagli agenti della vigilanza privata in quanto limitati dalle prerogative di legge loro attribuite. Non sono peraltro rari i casi in cui il vigilante stesso intervenuto a calmare gli animi è stato a sua volta aggredito.

 

Anche i recenti gravissimi fatti di Napoli dove un numeroso gruppo di facinorosi, troppo in fretta etichettato come familiari di un paziente quasi a volerne comprendere le motivazioni giustificandone le azioni, ha devastato l’intero pronto soccorso dell’ospedale cittadino dopo aver appreso del decesso di un proprio congiunto, sono ancora impressi nella memoria collettiva.

Il problema esiste, è ampiamente diffuso, la risonanza mediatica è ben percepita e gli effetti devastanti in termini di sicurezza degli operatori e di fiducia nelle Istituzioni sono altrettanto noti.

 

La Cisl Medici Lazio lancia questo allarme e si appella alla sensibilità del Ministro dell’Interno e dei Prefetti.

L’assenza di presidi di sicurezza con personale della Polizia di Stato, il numero inadeguato di uomini dell’istituto di vigilanza privata ed i limiti imposti dalle funzioni esercitabili dagli stessi si sovrappongono ad un’altra carenza, questa volta di medici specialisti nei Pronto Soccorso, e ciò determina l’instaurarsi di un pericoloso circolo vizioso. La carenza di medici e di altre figure professionali determina tempi più lunghi di accettazione e di studio dei casi clinici e l’inasprirsi di tensioni con i pazienti e i loro familiari.

Riteniamo pertanto che siano necessari urgenti provvedimenti e contestualmente chiediamo alla Regione Lazio, e per tramite di questo Ente alle Aziende sanitarie locali ed ospedaliere, di definire uno stanziamento di fondi che preveda un aumento dei capitoli di spesa per implementare il livello di sicurezza almeno delle aree dove insistono i servizi deputati alla emergenza-urgenza.

Il posto della Polizia di Stato nelle strutture ospedaliere è già di per sé elemento deterrente rispetto alle possibili aggressioni a danno del personale.

Peraltro il posto di Polizia, oltre che presidio di costante vigilanza per tutto l’ospedale, è altresì punto di prossimità per i cittadini che si recano in Pronto Soccorso per situazioni di difficoltà, quali ad esempio infortunio sul lavoro, incidenti del traffico, episodi di violenza a proprio danno.

Poter fornire alla persona che ha subito tali eventi, o ai familiari e accompagnatori, un primo incontro con i funzionari della Polizia di Stato può risultare particolarmente utile per comprendere il percorso amministrativo e giudiziario da seguire. Al tempo stesso per i funzionari della Polizia di Stato c’è la possibilità di avviare con immediatezza, ove necessario, e con la raccolta di immediate testimonianze un percorso di indagini che potrebbero essere determinanti per l’identificazione di persone o rilievi che altrimenti rischierebbero di non essere più nella disponibilità successiva.

Anche in tal senso la stretta collaborazione con il personale di turno in Pronto Soccorso e l’immediata condivisione di eventuali criticità può rappresentare una ulteriore tutela e garanzia per i pazienti e per gli operatori del Pronto Soccorso stesso anche ai fini di una autentica collaborazione istituzionale a tutela, non solo della salute, ma anche della sicurezza delle persone e dei loro familiari che si rivolgono ai servizi di emergenza ospedalieri oltre che degli operatori stessi.

Auspichiamo pertanto una valutazione del problema da parte delle SS.LL. e siamo pronti ad un sereno e costruttivo confronto finalizzato al raggiungimento di un comune protocollo di intesa con le altre figure istituzionali interessate al fenomeno.

 

Con ossequio porgo distinti saluti.

 

 

 

Dott. Luciano Cifaldi

Segretario generale Cisl Medici Lazio

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

           

 

 

 

 

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FEDERAZIONE CISL MEDICI LAZIO

Via Giovanni Amendola, 46 – 00185 Roma

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