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“Centro di Alta Diagnostica con le Associazioni in rete. Un percorso che non va abbandonato”

scritto da Redazione
“Centro di Alta Diagnostica con le Associazioni in rete. Un percorso che non va abbandonato”

Le ACLI Provinciali di Latina da tempo hanno aperto un dibattito sul territorio e nella sua comunità sul tema del welfare, perché le prestazioni della previdenza sociale e dello stato diminuiscono per motivi finanziari, e proprio in tale situazione, quando vi sono possibilità di recupero o di riorganizzazione del sistema sociale, le amministrazioni pubbliche dovrebbero agire efficacemente.

Come? Lavorando in alleanza con il Terzo Settore per costruire nuove reti di welfare locale e per sviluppare soluzioni innovative visto che anche la nuova riforma va in questo senso.

Uno di questi casi è proprio a casa nostra, quello della realizzazione del Centro di Alta Diagnostica a Latina.

La Fondazione Roma, espressione del Terzo Settore, offre una grande opportunità per la salute della comunità pontina, ancor di più laziale, e il progetto oggi viene purtroppo orientato verso i sentieri della impraticabilità.

Nelle funzioni di Direttore provinciale delle ACLI e responsabile del welfare della stessa Organizzazione rilancio tale discussione ricollegandola al ruolo attivo del Terzo Settore e alla “questione sanitaria” locale, proprio oggi che Latina nella classifica nazionale sulla qualità della vita perde cinque posizioni, da settantaseiesima ad ottantunesima.

Riassumo il percorso di questo progetto, che abbiamo seguito come osservatori attenti e partecipi in ogni appuntamento.

Nel 2012, in occasione dell’ottantesimo anniversario della città di Latina, l’Amministrazione comunale e la Fondazione Roma gettano le basi per realizzare un Centro di Alta diagnostica a Latina.

Il 30 luglio 2012 viene firmato un protocollo d’intesa tra Comune di Latina ,Fondazione Roma, Provincia di Latina, Asl ed Ares 118 per realizzare il Centro di Alta diagnostica nella città Capoluogo.

In occasione della cerimonia del conferimento della cittadinanza onoraria al Prof. Emmanuele Francesco Maria Emanuele, Presidente della Fondazione, sempre in un 18 dicembre, anno 2013, lo stesso Prof. Emanuele annuncia il finanziamento del progetto, che doterà Latina di un Centro di Alta diagnostica tra i più importanti a livello europeo, ringraziando pubblicamente la Comunità cittadina e la sua Amministrazione, guidata dal Sindaco Di Giorgi, per aver centrato l’obiettivo di aver vinto la concorrenza con Roma.

Nonostante gli investimenti del Comune di Latina e della Provincia il progetto si arena con il dietrofront della Regione Lazio, alimentando le volontà di riportarlo nella Capitale.

La scorsa Amministrazione comunale, d’accordo con la Fondazione, rilancia individuando un nuovo sito, quello attuale, trovando anche la conferma del sostegno economico della Provincia.

Il 21 aprile 2015 il Sindaco Giovanni Di Giorgi,la Presidente Eleonora della Penna,la Fondazione rappresentata da Alfredo Loffredo e il Rettore Eugenio Gaudio firmano l’accordo per realizzare nel nuovo sito comunale il Centro con il finanziamento dei lavori da parte della Provincia.

Questo racconto per dire che in cinque anni, dopo tanti passi in avanti amministrativi ed economici, non è stato ancora inaugurato il Centro da tutti atteso, perché dopo la caduta dell’Amministrazione qualcosa si è fermato,rimettendo in discussione la tecnologia del progetto e riaprendo le “attenzioni romane”.

Le ACLI Provinciali di Latina fanno un appello a portare a termine tale progetto con la tecnologia all’avanguardia europea,come sancito nell’accordo del 2015,non continuando ad alimentare le disuguaglianze sociali, in questo caso nel settore sanitario, aggravando i problemi delle famiglie pontine.

Siamo diventati una comunità di migranti della salute, dovendo ricorrere sempre alle cure delle strutture sanitarie di Roma o di altre regioni.

Tale situazione comporta sacrifici economici per le famiglie, oltre a quelli psichici e di equilibrio professionale.

Il Terzo Settore sta facendo la sua parte sia nelle emergenze, che nella vitalità sociale pontina, sia con grandi progetti, come questo, che con più piccole, ma utili iniziative, ma le Amministrazioni comunali sappiano realizzare i risultati con tali patrimoni offerti responsabilmente.

Un percorso è stato fatto in cinque anni, ora lo dobbiamo finalizzare per rispetto della giusta attesa popolare e dell’impegno di tanti soggetti.

Le ACLI Provinciali di Latina chiedono pubblicamente che l’attenzione sociale e politica sia concentrata sulla realizzazione del Centro di Alta Diagnostica per il bene delle famiglie della nostra comunità vincendo una sfida territoriale di eccellenza evitando che interessi politici depauperino un ottimo lavoro di squadra del passato, ma soprattutto un grande investimento della Fondazione Roma a vantaggio della città di Latina.

L’applicazione dell’accordo di programma è importante perché le finalità erano dedicate esclusivamente alla strutturazione di un centro dedicato principalmente alla Scienza e alla ricerca di altissimo livello, che avrebbe consentito a Latina di attestarsi a livello nazionale. Costruire un centro che sia concorrenziale a quelli già esistenti a Roma non serve.

 

 

 

 

 

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